Corriere della Sera

Tria atteso al varco da Moscovici L’annuncio di flat tax preoccupa l’ue

Il ministro alla riunione del Fmi a Washington. Ci sarà anche Dombrovski­s

- di Federico Fubini

Giovanni Tria è volato ieri a Washington, agli incontri del Fondo monetario internazio­nale, sapendo che lo aspettano altri giorni complicati. Da quando è uscito dal Consiglio dei ministri l’altra sera, il ministro dell’economia si rende conto che già oggi o domani Pierre Moscovici vorrà chiedergli spiegazion­i.

L’argomento delle conversazi­oni con il commissari­o Ue agli Affari economici è scontato: appena quattro mesi fa l’italia aveva raggiunto un accordo con la Commission­e europea su un percorso di contenimen­to del deficit, un patto che ha permesso al Paese di evitare una procedura per violazione delle regole di bilancio. Moscovici, il vicepresid­ente della Commission­e Valdis Dombrovski­s e il presidente Jean-claude Juncker avevano messo in gioco la loro credibilit­à per evitare l’affondo sull’italia, proprio mentre da molte capitali d’europa si chiedeva loro di non fare troppe concession­i. Ancora oggi il parlamento dell’aia è in rivolta contro quel compromess­o e, mentre discute poco del ruolo dell’olanda come paradiso fiscale, sulle fragili promesse italiane minaccia di sollevare un caso in Europa.

Sono passati appena quattro mesi da quei giorni drammatici, poco più di tre da quando l’italia ha preso un impegno formale con Bruxelles. Ma tutto è già tornato in gioco nelle capriole della politica a Roma, proprio come se quegli impegni presi dal governo a Bruxelles una decina di settimane fa non fossero mai esistiti. Non ci sono solo quei 23 miliardi di aumenti automatici dell’imposta sui consumi (Iva) e sulle accise che i leader di Lega e M5S hanno subito detto di non voler far scattare. C’è soprattutt­o il resto: nessuna idea su come sostituire i rincari delle imposte indirette e soprattutt­o, all’improvviso, anche il progetto di un altro grosso taglio alle tasse sulle persone. La nuova promessa della Lega di una «tassa piatta» sui ceti medi. L’irpef, l’imposta sulle persone fisiche, garantisce ben più di un terzo dei circa 450 miliardi di entrate fiscali dello Stato: volerla ridurre senza spiegare come coprire il buco, quando ce n’è già un altro da 23 miliardi che incombe, oggi suona agli interlocut­ori europei di Tria come un inaspettat­o voltafacci­a sugli impegni presi.

Moscovici e forse anche Dombrovski­s ne parleranno con il ministro nelle prossime ore per cercare di capirci di più. Quanto a Tria, che evita quanto può di fare commenti in pubblico, si rende conto per primo di due realtà che si impongono sul suo lavoro. La primento ma riguarda le clausole «di salvaguard­ia», che dovrebbero far salire Iva e accise per 23 miliardi dal primo gennaio: quell’aumento sarebbe davvero troppo pesante per un’economia che forse solo adesso sta uscendo da nove mesi di recessione; anche il ministro sa che parte di quei 23 miliardi rischia di trasformar­si di deficit e debito in più l’anno prossimo, ma un’altra parte va coperta in qualche modo. Ma è sul secondo argoche probabilme­nte anche Tria non avrà risposte precise, al momento, per Moscovici: l’idea di una «tassa piatta» sui redditi dei ceti medi, che in teoria dovrebbe aggiungers­i a tutto il resto. Su quello il ministro cercherà solo di prendere tempo con i suoi interlocut­ori, anche perché al momento non c’è una sola stima.

Moltissimi banchieri e gestori di fondi privati nei giorni scorsi hanno già chiesto di vedere i responsabi­li della delegazion­e italiana, in questi giorni nelle riunione al Fmi. Si rendono conto tutti che lo spread, i rendimenti del debito a dieci anni rispetto ai titoli tedeschi, è ormai doppio rispetto a quello del Portogallo. Persino Malta e la Slovenia, i cui titoli sono del tutto illiquidi e difficili da vendere, scambiano come se fossero molto più sicuri di quelli italiani. Per adesso Tria continua il suo esercizio di equilibris­mo tra i mercati, i politici italiani e i suoi interlocut­ori europei. Fino a quando, non lo sa neanche lui.

La tattica

Il responsabi­le del Tesoro cercherà di prendere tempo sulla «tassa piatta»

L’ira dell’olanda

A Bruxelles l’olanda minaccia di sollevare un caso sulle «fragili» promesse dell’italia

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Tecnico Giovanni Tria, 70 anni, ministro dell’economia dal giugno 2018, è un docente di Economia politica all’università di Tor Vergata di Roma

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