Corriere della Sera

Privatizza­zioni, l’obiettivo dei 18 miliardi per ridurre il debito

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Tquest’anno. rentadue prossimo cui diciotto Era miliardi triennio, già solo un per nel di obiettivo diventa difficilis­simo, arduo, e ora affidare a privatizza­zioni e dismission­i immobiliar­i la riduzione del debito pubblico, che aumenta già quest’anno e che rischia di costarci una procedura d’infrazione della Ue. Nell’anno in corso, dice il Def appena varato dal governo, il debito è destinato ad aumentare al 132,6% (dal 132,2 del 2018) tenendo conto dei 17 miliardi di privatizza­zioni previste dalla legge di Bilancio (1 punto di Prodotto interno lordo). Operazioni che a metà aprile devono essere ancora messe a punto, dalle quali naturalmen­te non è arrivato ancora un solo euro, e che appaiono molto complicate da impostare, date le condizioni di mercato, senza immaginare qualche meccanismo finanziari­o. Nonostante le difficoltà, il Def spinge ancora di più su questa leva per ridurre il debito. Oltre ai 17 miliardi che devono essere fatti quest’anno, ne servono altri 10 tra il 2019 e il 2020 per garantire una flessione del rapporto debito/pil in quegli anni. E non basta ancora, perché oltre a quello delle privatizza­zioni, cioè della cessione delle aziende pubbliche, cresce anche l’apporto atteso dalle dismission­i degli immobili dello Stato. La legge di Bilancio dell’anno scorso prevedeva già la cessione di palazzi pubblici per 1,2 miliardi nel triennio ‘19-’21. E ora questo conto sale a quasi 4 miliardi, con 1,8 miliardi di dismission­i in più. Qui le operazioni sono poco più avanzate. È stato definito un primo pacchetto per la cessione di caserme della Difesa, ma non ci sono ancora i piani per metterle sul mercato. A conti fatti, dunque, bisognerà vendere attivi pubblici per 32 miliardi in tre anni per piegare il debito.

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