Corriere della Sera

Il piano per introdurre la tassa piatta Ma c’è l’ostacolo dei 23 miliardi di clausole Iva

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Torna sul tavolo il taglio delle detrazioni e delle deduzioni fiscali, insieme alla revisione della spesa pubblica, per finanziare l’introduzio­ne della tassa piatta per le famiglie, ma anche l’eliminazio­ne degli aumenti dell’iva che scatterann­o dal prossimo anno. Il conto rischia di essere molto salato, anche se nel Def il governo non si è spinto a dettagliar­e i costi e la struttura della flat tax per i lavoratori dipendenti. Si immagina un costo di almeno una dozzina di miliardi, ai quali si aggiungono i 23 che serviranno l’anno prossimo per scongiurar­e l’aumento dell’imposta sui consumi.

Sono una quarantina di miliardi da recuperare per il solo 2020 con tagli di spesa e la revisione dei bonus fiscali, due operazioni che tutti i governi degli ultimi dieci anni hanno immaginato, inserite nei documenti ufficiali di bilancio, e mai realizzate. La revisione della spesa corrente, la cosiddetta «spending review» ha portato fin qui ben pochi risparmi. Lo stesso governo, nel Documento di economia e finanza, si è posto un obiettivo non certo molto ambizioso da realizzare, una sforbiciat­a alla spesa di appena un miliardo di euro nel triennio. A questi si aggiungono altri tagli dovuti a decisioni amministra­tive, come i 2 miliardi di spesa ministeria­le, che Bruxelles aveva chiesto di congelare a inizio anno, e che il nuovo quadro dei conti dà già per cancellata. Il taglio ai ministeri sarà riprodotto anche nel ‘20 e nel ‘21 e arriverà a 6 miliardi nel 2022, quando sono già in conto 5 miliardi di maggiori entrate.

I tagli di spesa reali per il 2020, dunque, si limitano a 2-3 miliardi, un ventesimo di quello che servirebbe. Ed è così che tornano in campo le «tax expenditur­es», cioè gli oltre 70 miliardi annui di bonus fiscali concessi ai contribuen­ti e alle imprese con detrazioni, deduzioni, regimi agevolati. Il primo a inserire in bilancio un loro taglio, nel 2011, fu il ministro Giulio Tremonti. Poi Mario Monti lo sostituì con l’aumento dell’iva. Che ora si ripresenta­no insieme.

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Il Documento di economia e finanza

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