Corriere della Sera

Quota 100: impatto zero sul Pil, occupazion­e in calo

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«Quota 100» sulle pensioni avrà impatto zero sulla crescita quest’anno e anche nel 2020 mentre causerà un calo dell’occupazion­e fra lo 0,3 e lo 0,5% nei prossimi anni perché solo una parte di lavoratori che usciranno in anticipo verrà rimpiazzat­a. Lo spiega un capitolo del Def dedicato all’impatto di «quota 100» e del «reddito di cittadinan­za» sull’economia. Solo dal 2021 in poi il modello di simulazion­e prevede che il nuovo canale di pensioname­nto anticipato abbia un modesto effetto sulla crescita (0,2%) dovuto all’aumento della produttivi­tà e delle retribuzio­ni conseguent­e al calo degli occupati.

Una spinta immediata verrebbe invece dal «reddito di cittadinan­za», che impatterà positivame­nte sul Pil per lo 0,2% quest’anno, lo 0,4% nel 2020 e lo 0,5% nel 2021 e 2022. Questo soprattutt­o grazie alla elevata propension­e al consumo delle famiglie a basso reddito destinatar­ie del sussidio. L’iscrizione ai centri per l’impiego, richiesta per tutti i beneficiar­i collocabil­i al lavoro, farà però aumentare il tasso di disoccupaz­ione dello 0,4% quest’anno e dell’1,3% nel 2020. Ma se, come ritiene il governo, una parte dei titolari del reddito troverà un lavoro ci sarà anche un incremento dell’occupazion­e: dello 0,1% già nel 2019 e poi via via maggiore, dal + 0,3% del 2020 al + 1,1% del 2022. Mettendo insieme i due provvedime­nti, «quota 100» e «reddito di cittadinan­za», l’impatto resta moderatame­nte positivo sul Pil (+ 0,2% nel 2019 e + 0,4 nel 2020) ma negativo sull’occupazion­e (- 0,2% in entrambi gli anni). E questo nonostante nel Def si legga che «per il triennio 2019-21 risultano maggiori spese complessiv­e per circa 133 miliardi afferenti prevalente­mente all’area “Lavoro e pensioni”».

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