Corriere della Sera

Marino assolto, lite nel Pd. Orfini: non mi scuso

Un caso la cacciata dell’ex sindaco. Anche Renzi rivendica la scelta: fu un fatto politico. Polemica con i 5 Stelle

- Andrea Arzilli

ROMA «Non mi scuso con Marino». Matteo Orfini, ex presidente del Pd ed ex commissari­o del partito nella Capitale, tiene il punto e rivendica la sfiducia che nel 2015 fece cadere il sindaco dem Ignazio Marino. Due giorni fa l’ex sindaco è stato assolto dalla Cassazione che ha annullato senza rinvio la condanna a due anni di reclusione stabilita in appello per peculato e falso per la vicenda delle presunte cene pagate a spese del Campidogli­o. Nell’ottobre 2015 il Pd con Matteo Renzi segretario decise di staccare la spina alla giunta Marino facendo depositare a 26 consiglier­i le dimissioni dal notaio. Nel Pd quella decisione continua a far discutere: per Carlo Calenda «farlo fuori così è stato brutto e autolesion­ista», mentre Roberto Morassut, deputato e membro della direzione, parla di «modalità antidemocr­atica», e Francesca Danese, ex assessora di Marino, ricorda che all’epoca «molti poteri forti si opponevano al cambiament­o». Eppure ieri Orfini ha confermato le sue ragioni: «Alcuni, anche nel Pd, mi chiedono di scusarmi. Non credo di doverlo fare: ho assunto quella scelta spiegando che non era legata all’inchiesta. Marino non era adeguato, stava amministra­ndo male Roma, la città era un disastro». Fu «una decisione politica», spiega Matteo Renzi, che punta il dito verso la «violenta campagna di fango» del M5S: «Portarono persino le arance in consiglio comunale, gesto barbaro, che gli si è ritorto contro», scrive l’ex segretario dem alludendo all’arresto per corruzione di Marcello De Vito, ex presidente dell’assemblea capitolina che ai tempi protestò con le arance insieme a Virginia Raggi, Daniele Frongia e Enrico Stefàno. Scelta comunque «non semplice», scrive ancora Orfini che, poi, domanda a chi legge: «Per Roma sarebbe un bene o un male se oggi il M5S sfiduciass­e la Raggi? Io credo sarebbe un bene».

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Il «marziano» Ignazio Marino, 64 anni, per il modo «informale» con cui rivestì il ruolo di sindaco di Roma tra il 2013 e il 2015 fu soprannomi­nato «il marziano»

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