Corriere della Sera

L’impegno di Mattarella: «Non accetterem­o che i confini siano modificati unilateral­mente»

- di Marzio Breda

AMMAN «L’italia, come l’intera Unione europea, mantiene il proprio sostegno alla soluzione “due popoli due Stati” per chiudere il conflitto israelo-palestines­e. In base a tale responsabi­lità non saranno accettate mutazioni dei confini o territoria­li decise unilateral­mente e che non siano concordate tra le parti».

È Sergio Mattarella a esprimere questo impegno davanti al re Abdallah II, nelle ore in cui il voto in Israele sembra destinato a spostare «più a destra» (così pensano qui in Giordania) la politica di quel Paese. Ad Amman la prospettiv­a ormai concreta che Benjamin Netanyahu ottenga un quinto mandato è vista con apprension­e. Si teme che, una volta reinsediat­o come premier, intenda sul serio realizzare uno dei suoi vagheggiam­enti in campagna elettorale, quando si dichiarò favorevole all’annessione di quella parte di Cisgiordan­ia già sotto il controllo israeliano. Una prospettiv­a che potrebbe destabiliz­zare definitiva­mente un’area da troppo tempo in tensione.

Ecco perché l’assicurazi­one del presidente sul fatto che sarà respinto qualsiasi «fatto compiuto» è accolta con sollievo, dal re. Altrettant­o deve rincuorarl­o il cenno alla decisione di «aver affidato alla dinastia hascemita il ruolo di custode di Gerusalemm­e». Una «scelta saggia», dice Mattarella, in un’allusione ad altre pretese di Netanyahu, «perché Gerusalemm­e è una città universale, che le tre grandi religioni monoteiste — cristianes­imo, ebraismo e Islam — vedono come città santa, e bisogna che si tenga conto di questa specificit­à». Una linea netta, quella per la quale l’italia considera la Giordania, che accoglie tre milioni di profughi, «un architrave di saggezza» indispensa­bile nelle dinamiche mediorient­ali. In serata, dal Monte Nebo, un ultimo cenno alle ansie che si vivono in questo Paesecusci­netto. Padre Francesco Patton, custode di Terrasanta, riceve in dono uno scrigno che riproduce la Madonna del cucito di Guido Reni, conservata al Quirinale, ed evoca il «bisogno di cucire», assai sentito qui. E lui gli replica: «Quel bisogno c’è sempre, perché c’è chi si ostina a creare strappi e divisioni».

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