«Una parte della città chiusa ai migranti»
● A Calolziocorte, in provincia di Lecco, il sindaco leghista Marco Ghezzi (foto) ha deciso di istituire un regolamento comunale che prevede zone rosse, aree dove i migranti non possono essere ospitati
● Ci sono anche zone blu dove è possibile una deroga solo previo specifico nulla osta da parte dell’amministrazione
La planimetria allegata al provvedimento è chiara: ci sono le zone rosse, quelle dove assolutamente i migranti non possono essere ospitati, e quelle blu, dove la deroga è possibile solo previo specifico nulla osta da parte dell’amministrazione.
Niente centri di accoglienza profughi vicino alle scuole e alla stazione ferroviaria, da valutare la possibilità di aprirli accanto a oratori e biblioteca. Le aree dove i richiedenti asilo possono trovare alloggio sono ridotte a pochi spazi confinati in periferia, con il singolare piano regolatore che entrerà in vigore nell’arco di pochi giorni.
Accade a Calolziocorte, nel Lecchese, meno di 14 mila abitanti, giunta di centrodestra, una trentina di migranti presenti in strutture proprio nei pressi di scuole e parrocchia. «Ma il regolamento che il consiglio comunale ha approvato a maggioranza non è retroattivo — tiene a precisare il sindaco leghista Marco Ghezzi —. Chi c’è rimane, vogliamo però prevenire situazioni di possibile disagio in futuro. Per questo abbiamo individuato gli spazi dove gli immigrati non saranno accolti. Un provvedimento simile a quello già esistente per le sale slot».
«Considerando prioritario favorire processi di integrazione con i residenti e viste le molteplici problematiche sociali e di sicurezza che questo tipo di strutture possono generare, tra i centri di accoglienza e le zone sensibili, una quindicina in tutto, dovrà esserci una distanza minima di 150 metri, misurata calcolando il percorso pedonale più breve», si legge ancora del documento varato dal consiglio, con il no delle opposizioni, che si preparano a dare battaglia. «Stiamo pensando di coinvolgere le associazioni che seguono i migranti per presentare ricorso al Tar. Il pericolo reale del gioco d’azzardo viene paragonato a quello della presenza dei profughi, come se fossero tutti ladri e spacciatori» dice Diego Colosimo, di «Cambia Calolzio». «Ho seri dubbi sulla legittimità di un provvedimento evidentemente
La planimetria
È stata allegata alla delibera e prevede zone off limits per i migranti e altre blu accessibili previo nulla osta
discriminatorio, che vuole ghettizzare gli stranieri in periferia. Ci rivolgeremo al prefetto», gli fa eco Sonia Mazzoleni del Pd.
Taglia corto il sindaco Ghezzi. «Lavoriamo a questo regolamento da sei mesi e lo abbiamo approvato nel momento in cui l’emergenza è cessata per non dar adito a polemiche e in un’ottica di programmazione. Abbiamo visto cosa è accaduto a Lecco, con i profughi alloggiati in strutture vicino alle scuole, che spacciavano agli studenti. I cittadini, che ci hanno votato, sono con noi».