La luce si evolve e diventa monumentale
Al Salone le novità tecnologiche nel campo della illuminazione permettono soluzioni scenografiche esaltando le forme tradizionali e scultoree. Torna così (con un po’ di ironia) l’era del decorativismo
La luce è accesa. Se tra gli stand del Salone dedicati ai mobili la prudenza è una virtù piuttosto diffusa e la creatività si esprime più nelle combinazioni dei materiali che nelle forme, a Euroluce 2019 si rimane incantati con una certa frequenza. Qui l’innovazione tecnologica e la voglia di stupire procedono di pari passo, e del resto è nella natura del comparto, spiega Carlo Guglielmi, già presidente di Fontana Arte nonché di Cosmit: «Soprattutto l’avvento dei led ha dato la possibilità di sviluppare nuove idee. Inoltre, spesso le dimensioni più contenute della lampada aiutano, le permettono di nascere già decorativa, di essere una scultura anche da spenta».
In effetti, con millequattrocento lampadine, Magis non si sarebbe mai potuta permettere uno spessore di due centimetri per la sua Lost: 1.400 led le consentono una forma snella ma suggestiva e semplice. La modernità non cozza necessariamente con la tradizione, come dimostra Wave Murano Glass, che unisce l’antica arte della lavorazione del vetro con la moderna arte dello stampaggio in 3D. Ma soprattutto, la regolazione personalizzata tramite app, lo scambio di informazioni con l’utente, la possibilità di ricombinare l’oggetto in diverse situazioni sono tutte armi in più che le
lampade del nostro secolo hanno fatto proprie, permettendosi lo sfizio di diventare versioni ipermoderne delle loro antenate.
Succede con Spy di Quasar, impatto da grande candeliere antico in una configurazione modernissima, ma anche con i modelli ricaricabili che si possono spostare in parti diverse della casa come lanterne eleganti (Come Together di Artemide), vezzose (Big Battery di Kartell), ironicamente anni 60 (Pillola di Firmamento Milano) o versatili, come Flai di Diomede, la cui luce si aggancia a otto tipi di supporto diversi, venduti separatamente, a seconda del desiderio del cliente.
Molti designer sono accomunati dalla voglia di una nuova era spaziale: i corpi celesti appaiono spesso, dalla composizione Constellation e dalla linea Earth di CVL, alla lampada Moon Eye di Visionnaire, con diffusore in onice e telaio portante in noce canaletto, molto zen. Si può anche creare una elegante eclisse da camera col disco in ottone che evoca il nostro satellite in Petit bijou di Catellani & Smith, o mettersi il sole in casa con Sun-light of Love di Foscarini. Ma anche il pianeta Terra ha estimatori: diverse proposte di Kundalini richiamano la natura nelle forme, come in Opyo (ispirata dai papaveri) o Lilly (dai gigli), ma in alcuni casi il rapporto è esplicito: Madre di Foscarini o 38 di Bocci sono autentiche lampade-vaso, in cui le piante possono sopravvivere grazie al fatto che il led non surriscalda.
Poi c’è chi si diverte a strafare, come gli olandesi di Kooduu che presentano Sinergy, lampada da giardino ma anche diffusore per la musica nonché, già che ci siamo, secchiello per tenere in fresco lo champagne (o altre bevande a scelta. Comunque, non incluse). E chi la tecnologia la usa per provare qualche magia, come Traces di Lasvit, lampadario in tre moduli col quale si interagisce in varie modalità. La più suggestiva è quella che permette, con una sorta di bacchetta magica contemporanea, di comandarlo come Topolino Apprendista Stregone sognava di fare con le luci che aveva a disposizione: le stelle.
Corpi celesti Molti designer sono accomunati dall’idea di una nuova era spaziale. E grazie ai led ci sono anche le lampade-vaso