Corriere della Sera

«Nessuno si preoccupa del problema invalidità»

- Cristina e famiglia

L’estate scorsa, mio marito, mio figlio e io decidiamo di fare una vacanza dopo un anno dalle entrate un po’ scarse. Ci siamo detti: l’italia è un così bel Paese e la settimana di ferie la dedichiamo a fare un giro a Piacenza e qualche bagno in Romagna. Così siamo partiti in macchina, portandoci dietro il pass invalidi di mio figlio. Peccato che non sapessimo che, ad ogni accesso in Ztl, fossimo tenuti a fare una telefonata segnalando al Comune i dati del pass e la nostra intenzione di visitarla. Pochi giorni dopo il rientro, giunge una multa perché non avremmo osservato la procedura. Chiamo la polizia stradale di Piacenza e, su loro indicazion­e, mando via mail il verbale della multa, il pass e la richiesta di

cancellazi­one. Vivo serena; ma in questi giorni arriva una raccomanda­ta dell’ufficio ruoli di Piacenza: la multa è quadruplic­ata! Ritelefono alla polizia stradale che mi dice di non avere ricevuto la mia mail del 3 settembre 2018. Rimando la documentaz­ione e pure la copia della ricevuta dell’invio. Richiamo e la polizia mi dice che la pratica non è più di loro competenza e mi consiglia di ricorrere al giudice di pace! Questa mail dovevo proprio scriverla: i momenti peggiori non riguardano la malattia di mio figlio, ma quando ci accorgiamo che l’invalidità è un problema solo di chi l’ha: magari qualcuno finge di occuparsen­e, ma spesso manco fa finta!

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