Morelli (Mps): «Sulle aggregazioni decide il Tesoro»
La fusione con un’altra banca è l’opzione più probabile per dare un assetto proprietario definitivo al Monte dei Paschi di Siena quando l’azionista di maggioranza — il ministero dell’economia — deciderà sulla cessione della partecipazione che dovrà essere perfezionata entro il 2021. Lo ha chiarito l’amministratore delegato di Mps Marco Morelli nel corso di una conferenza stampa nella sede di Rocca Salimbeni in occasione della presentazione della Dichiarazione non finanziaria, il documento sulle politiche di sostenibilità attuate dalla banca. «Il consiglio di amministrazione fa le riflessioni con il management sull’andamento della banca e sulle prospettive. Il futuro spetta all’azionista. C’è un azionista che fa le sue valutazioni e che decide quale percorso intraprendere», ha sottolineato Morelli.
Il manager ha evidenziato che anche nel 2019 «il percorso di recupero della banca proseguirà ma in un contesto che è molto molto più difficile» per l’effetto che avrà la frenata del Pil sugli obiettivi della banca. «Il quadro macro in cui viviamo oggi sicuramente influenzerà le performance dell’istituto ma credo anche quelle di tutto il settore per il 2019». Per quanto riguarda la struttura del passivo della banca «le condizioni per tornare sul mercato dei bond subordinati dipendono dalla velocità con cui riusciremo a proseguire nel percorso di riduzione dello stock di non performing loans visto che siamo ancora ad un livello leggermente superiore rispetto i nostri concorrenti» ma anche dalle «indicazioni», che il Mef dovrà dare entro la fine del 2019, «sulle modalità di uscita dal capitale di Mps». «Penso che queste siano le variabili più importanti per capire se e a che condizioni possiamo tornare sul mercato». Queste le dichiarazioni in relazione all’ipotesi che la banca emetta il bond subordinato da 750 milioni di euro concordato a suo tempo con la Commissione Ue.