Blitz a Londra, arrestato Assange L’america vuole la sua estradizione
La polizia entra nell’ambasciata dell’ecuador che gli aveva revocato l’asilo. Rischia 5 anni di carcere negli Usa per aver violato i segreti di Stato
Dopo 7 anni finisce la «prigionia dorata» di Julian Assange. La polizia britannica l’ha arrestato dopo un blitz nell’ambasciata dell’ecuador dove il fondatore di Wikileaks si era rifugiato.
LONDRA La polizia britannica ha arrestato ieri mattina Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, il sito di informazioni riservate che aveva rivelato al mondo i retroscena della guerra in Iraq e in Afghanistan nonché le operazioni di spionaggio americano nel mondo: e lui ora rischia l’estradizione negli Stati Uniti, dove potrebbe essere condannato a cinque anni di carcere per aver provocato, secondo le autorità di Washington, «una delle maggiori compromissioni di informazioni riservate della storia americana».
L’arresto è avvenuto dopo che l’ecuador ha revocato ad Assange l’asilo politico: il fondatore di Wikileaks viveva infatti dal 2012 nell’ambasciata ecuadoriana a Londra, dove si era rifugiato per sfuggire a un mandato di cattura delle autorità svedesi, che lo ricercavano per una presunta violenza sessuale.
L’ecuador ha tolto la protezione ad Assange, accusandolo di aver violato le condizioni di asilo: e da alcuni giorni si era appreso che l’attivista era stato filmato segretamente nella residenza diplomatica e sorpreso in attività illecite. Quindi ieri mattina la polizia britannica è stata invitata all’interno dell’ambasciata, dove ha eseguito l’arresto di Assange. Il fondatore di Wikileaks è stato subito trasportato, urlante e gesticolante, a bordo di un furgone in una stazione di polizia del centro di Londra: lì è apparso con la barba incolta, vestito di nero e con un libro di Gore Vidal tra le mani. Gli è stata contestata la violazione della libertà vigilata, un’accusa che pendeva su di lui dal 2012. Al più presto comparirà davanti ai magistrati britannici e a maggio dovrebbe essere interrogato dagli americani in videoconferenza.
Le accuse svedesi nel frattempo era state lasciate cadere: ma gli Stati Uniti non hanno invece mollato l’osso. E mentre l’amministrazione Obama aveva in sostanza lasciato correre, l’atteggiamento di Washington si è inasprito dopo l’arrivo di Donald Trump alla presidenza.
La decisione dell’ecuador di togliere la protezione diplomatica al fondatore di Wikileaks è probabilmente dovuta alle forti pressioni che l’america ha esercitato sul piccolo Stato sudamericano.