Truffati del credito, slitta ancora il ristoro automatico
Da giorni è un susseguirsi di rassicurazioni. Dichiarazioni per dire che i soldi per i risparmiatori, truffati dalla banche fallite, ci sono e che i rimborsi arriveranno presto. Anche ieri il vicepremier Luigi Di Maio non ha fatto eccezione. «Siamo, credo, in dirittura di arrivo. Dobbiamo concentrare le tipizzazioni con le associazioni di categorie e arrivare all’obiettivo di risarcirli. Lo dico ancora qui una volta: non si fanno passi se non d’accordo con tutte le associazioni dei risparmiatori. Noi abbiamo — spiega Di Maio — messo un miliardo e mezzo, una cifra enorme, adesso gliela dobbiamo dare in maniera corretta». Il punto è che sia il ministro dell’economia, Giovanni Tria, sia la commissione Ue hanno mosso delle obiezioni al ristoro automatico degli obbligazionisti e degli azionisti. Le obiezioni riguardano l’assenza di uno scudo per i funzionari del Mef dall’accusa di danno erariale, e il meccanismo di rimborso, senza arbitrati, che non convince la Ue. Per questo Tria ha preteso che venisse stabilita una doppia modalità per erogare gli indennizzi: diretta per chi ha una situazione Isee sotto i 35 mila euro o un patrimonio mobiliare inferiore a 100 mila euro, e per tutti gli altri un passaggio attraverso un arbitrato soft. Resta che negli ultimi due Consigli dei ministri il provvedimento non è stato recepito e inserito nel Dl crescita, alimentando lo scontro tra Tria e Di Maio.