«Macron ha insistito E ora corro per Zingaretti»
Caterina Avanza, bresciana di 38 anni, stretta collaboratrice di Macron, sarà una delle candidate a Bruxelles per il Pd. Liceo e laurea in Scienze politiche in Italia, master alla Sorbona, sposata con due figli e residente a Parigi da 15 anni, è stata «indicata» dal presidente francese come «pontiere» tra i due Stati, nel tentativo di «coagulare una classe dirigente europea progressista».
Da dove nasce la sua candidatura?
«È stato lo stesso Macron ad insistere. Poi c’è stata una telefonata tra Stanislas Guerini, segretario di En Marche! e Nicola Zingaretti, che ha deciso di candidarmi anche se io non sono iscritta al suo partito. Mi piace la sua prospettiva: in Europa serve una grande alleanza riformista, da Tsipras a Macron».
Ma En Marche! a Bruxelles non starà con il Pse.
«No. Nemmeno con Alde. Stiamo cercando di creare un gruppo centrale con alleanze aperte a socialisti e verdi. Ne abbiamo parlato con Zingaretti, che si è detto disponibile».
Il Pd ha dimezzato i consensi rispetto a 5 anni fa, perché correre sotto il suo simbolo?
«L’italia è tra i paesi fondatori dell’europa e deve avere un progetto forte per tornare protagonista. È possibile solo con il centrosinistra, dentro il quale c’è una parte più di sinistra, rappresentata da Pisapia ad esempio, e una parte più centrista, dove mi colloco io. Non mi pare abbiano una politica europea né i 5 Stelle, né la Lega, che parla solo di immigrazione».
Il tema immigrazione riscuote consensi però...
«L’europa delle nazioni sbandierata tanto da quel mitomane di Salvini quanto da Le Pen, esiste già. Il cuore del regolamento di Dublino per la nazionalizzazione dei flussi migratori venne firmato da Berlusconi nel 2003, quando governava con la Lega. E quelle coordinate sono ancora valide. Il regolamento va cambiato: ci sono state 22 commissioni, alle quali l’eurodeputato Salvini non ha partecipato».