«In Rai si vedono ancora le stesse facce La tv rispecchi il cambiamento»
MILANO «Se lei vuole farmi litigare con i 5 Stelle, io metto giù in un secondo...». Alessandro Morelli, classe 1977, oltre a essere il presidente della commissione Trasporti della Camera e il capogruppo leghista a Milano, è anche il responsabile editoria della Lega. In quella veste, mercoledì ha dichiarato che la Rai «non riesce a stare al passo con l’impegno che stiamo mettendo nel tradurre in fatti le proposte condivise nella campagna elettorale».
Morelli, cosa significa?
«Il servizio pubblico ancora non riesce a rispecchiare il sentire delle persone. Troppi continuano a chiedermi perché ci sono ancora le stesse facce e gli stessi programmi. Probabilmente, si attendevano che il cambiamento epocale avvenuto al governo trovasse una corrispondenza nei programmi e nell’informazione Rai».
C’è chi dice che lei ce l’abbia con l’ad Fabrizio Salini. Altri sostengono che sia tutto teatro perché Salini starebbe scontentando in realtà i 5 Stelle. La verità?
«Che sono tutte sciocchezze. Semplicemente, oltre ai grandi piani industriali — e finché non vanno a regime — bisogna anche gestire il quotidiano».
Dicono che anche il direttore di Rai3, Stefano Coletta, sia in uscita su vostra richiesta.
«Macché. Noi non abbiamo alcuna intenzione di fare epurazioni o cose del genere, siamo come sempre costruttivi. Io mi sono limitato a segnalare che la gente non ha visto i cambiamenti attesi. Noi, la nostra parte la faremo. Per esempio, abbiamo pronto un progetto di legge per il rientro negli stipendi e nei ruoli precedenti dei direttori non più operativi. Leggo di Orfeo, della Maggioni...».
Ma i cambiamenti sono poi sempre le presenze dei politici in trasmissione. Non sembrate emarginati dalla tivù pubblica...
«Quando rappresentavo un partito del 3%, mi trovavo tutti che mi davano in testa. Non solo i politici: l’archistar, lo chef stellato, l’attore... Tutti scelti e coordinati in modo da sfornare la stessa pizza. Ora, che non siamo più al 3%, in molte stanze non si sono accorti che tutto è cambiato. E la pizza è la stessa. Come i servizi televisivi».
Cosa non va nei servizi?
«Non lo devo dire io. Ma credo che i grandi professionisti che ci sono in Rai potrebbero meglio rappresentare la fase nuova».
L’agcom dice: troppo Salvini nei Tg.
«Io penso che ci sia troppo Renzi in Agcom».
Il cambiamento vero non sarebbe una Rai meno legata alla politica?
«L’unico modo sarebbe privatizzarla. Ma non mi pare che questo sia all’ordine del giorno di alcuna forza politica».