Fede condannato, verso i domiciliari (ma rischia il carcere)
MILANO Se oggi la Procura generale di Milano non sospenderà l’ordine di carcerazione, Emilio Fede dovrà entrare in cella per un breve periodo dopo la condanna a 4 anni e 7 mesi di reclusione per favoreggiamento della prostituzione delle ragazze che partecipavano alle cene e ai dopocena del bunga bunga in casa di Silvio Berlusconi ad Arcore.
Ieri, infatti, la Corte di Cassazione ha confermato la condanna inflitta nel
2018 nell’appello del processo Ruby bis all’ex direttore del Tg4 e all’ex consigliera regionale del Pdl in Lombardia Nicole Minetti, per la seconda a due anni e 10 mesi. Nella requisitoria, il sostituto procuratore generale della Cassazione Pina Casella ha sostenuto che erano state colmate le lacune della prima sentenza d’appello annullata nel 2015 e ha definito attendibili le testimonianze delle parti civili, tra cui la marocchina Imane Fadil, morta a 34 anni per cause che non sono state ancora accertate e sulle quali indaga la Procura di Milano. Fede era accusato di aver tentato di spingerla a prostituirsi con il Cavaliere, ma lei non si prestò. Gli avvocati chiederanno la sospensione della carcerazione (potrebbero volerci alcuni giorni) in attesa che il Tribunale di Sorveglianza conceda la detenzione domiciliare prevista per gli ultrasettantenni (Fede ha 87 anni) non condannati per reati «ostativi», come quelli della «Spazzacorrotti».
Il giornalista potrà trascorrere la detenzione nelle sue case di Segrate o Capri, oppure in quella della moglie a Napoli. Non si tratterrà di un lungo periodo perché in meno di sei mesi (calcolando anche 45 giorni di liberazione anticipata) potrà chiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali. Su di lui, però, pende anche una condanna in appello a 2 anni per aver tentato, dopo essere stato licenziato dal Tg4, un’ estorsione ai danni di un manager di Mediaset con foto false. Anche il legale di Nicole Minetti, l’avvocato Pasquale Pantano, chiederà l’affidamento in prova per la sua assistita che, a differenza di Fede, non rischia la detenzione perché la sua pena è sotto i 4 anni. Anche per lei i guai con la giustizia non sono finiti, visto che è stata condannata per peculato in primo grado a un anno e 8 mesi nel processo sui rimborsi gonfiati all’epoca in cui era consigliera al Pirellone.