Più privacy e vita vera L’ufficio ci assomiglia
L’ambiente di lavoro diventa ibrido e si adatta in modo «sartoriale» alle persone. Dai corridoi insonorizzati alla scrivania dove si prende il caffè, questo mondo tenta la carta della vivibilità. Anche usando la tecnologia
La distinzione tra casa e ufficio non è più quella di una volta, e al Salone 2019 lo si vede. Gli stand di Workplace 3.0, col mobilio destinato ai luoghi di lavoro, non sono più in padiglioni a parte, ma da quest’anno sono insieme alle aree per l’arredo casalingo. È pur vero che molte aziende che si dedicano soprattutto al salotto e alle camere da letto realizzano prodotti che fanno la loro figura in sala riunioni come il tavolo U table di Lago, o che ridefiniscono gli spazi come i separatori-attaccapanni Parentesi di Bonaldo.
Ma l’ufficio di oggi è per sua natura più versatile, a volte persino affabile. «Il nostro comparto riflette alcuni mutamenti antropologici — spiega Gianfranco Marinelli, presidente di Assoufficio —. Meno rigidità gerarchiche, più zone in cui confrontarsi per raggiungere gli obiettivi. E se un tempo l’ufficio ruotava attorno agli strumenti necessari nell’era pre-informatica, come le macchine da scrivere o gli infiniti schedari da mettere in armadi o scaffali, oggi si adatta a computer e cellulari, ma soprattutto a chi li usa».
Si adattano le scrivanie, sempre più dotate di piano ad altezza variabile per esigenze di statura, o di chi è su una sedia a rotelle. E anche le sedie, come quelle ergonomiche della linea Vela di Tecno, che si regolano sul peso di chi le occupa. Oppure danno una grossa mano a chi usa spazi di co-working, ospitando zaini e borse come Cilago di Arper o fornendo prese USB come Benci di Dieffebi, che non trascura la necessità di una frequente pulizia: la struttura metallica ha una copertura magnetizzata il cui tessuto è sfoderabile e lavabile.
Anche i vegetali possono fare la loro parte, come nel sistema Dotbox di Citterio che tramite piante come la Spada di San Giorgio possono purificare l’aria con particolare efficienza quando i sensori segnalano che è il caso.
Ma per il clima in ufficio è
Gli strumenti
Tavoli regolabili in altezza, sedie-zaino, corridoi insonorizzati che tutelano l’intimità
cruciale l’acustica: parlare al telefono a voce alta è un’abitudine del nostro popolo festoso, ma mal si concilia con la concentrazione e la serenità dei colleghi. Una soluzione brillante è il corridoio insonorizzato Phone Walk di Citterio, che farà felici quanti conversano camminando avanti e indietro. Tra i tanti schermi per ridurre i rumori e separare gli ambienti, uno dei più piacevoli alla vista è Monforte, strutturato su una serie di colonnine alte due metri. Ma la funzione del separé raggiunge livelli rimarchevoli con Paravan di Dieffebi, che è nel contempo separatore, contenitore per libri o dossier, appendiabiti. L’acustica è la specializzazione di Caimi, i cui tessuti fonoassorbenti assumono configurazioni nuove, per esempio di lampadari che aiutano a contenere il volume delle chiacchiere di chi si trova sotto di loro.
Un principio che ricompare anche in Hub Bar, disegnato da Matteo Ragni per Fantoni: un tavolo con tettuccio fonoassorbente contenente lampade a intensità regolabile e dotato di ganci per giacche o borse. Una sovrapposizione tra il momento di relax della macchinetta del caffè (che può stare in mezzo al tavolo grazie a una presa nascosta) e un piano di lavoro su cui appoggiarsi e discutere in un’atmosfera cordiale.
Anche così l’ufficio diventa smart. Che lo diventino anche le persone al suo interno non è detto, ma ci si può lavorare.
I mutamenti
Marinelli (Assoufficio): «Meno rigidità di gerarchie, più zone per confrontarsi alla pari»