L’eleganza sussurrata André Fu e il legno che invita a riflettere
André Fu è arrivato a Milano direttamente da Hong Kong, dove è nato e ha il suo studio di interior design. Formatosi in Inghilterra, (lì ha vissuto da quando aveva 14 anni), con una laurea in arte e un master in architettura all’università di Cambridge, ha scelto la Design Week per lanciare la collezione che porta il suo nome. Circa 150 pezzi tra arredi, porcellane per la tavola, tessili. «Non poteva essere che la settimana milanese l’occasione per presentare
il mio concetto di casa», racconta, sfogliando il volume che il sofisticato editore Assouline gli ha dedicato per mostrare i suoi progetti di interni, prevalentemente hotel e suites (da Villa La Coste ad Aix-en-provence al Waldorf Astoria di Singapore). «Questo è un approccio diverso: negli alberghi io interpreto lo spirito del committente, in questa collezione invece mostro il mio concetto personale di abitare».
Pezzi semplici ma eleganti, di una qualità artigianale lontana da ogni collocazione geografica: «Non condivido chi mette un segno troppo personale, impone il proprio lifestyle: in questo momento storico cerchiamo da una parte oggetti chiari nell’utilizzo, dall’altra vogliamo un’ “esperienza” anche in casa», spiega, facendo scorrere il dito su una curva del legno in uno sgabello. «Viviamo in un’era digitale, siamo costantemente distratti dai social media: occorre fare un passo indietro e fermarsi a riflettere, recuperare la qualità artigianale e lasciarci contaminare dalle culture del mondo. Qualcuno vede nei miei pezzi delle influenze Bauhaus, altri citazioni orientali: sicuramente sono pezzi senza tempo, fatti per durare».
Una collezione completa che porta il suo nome («Sono curioso di vedere alla fine quale sarà il riscontro del pubblico: l’idea è di venderla direttamente e lanciarla anche sul web»), ma la Design Week parallelamente è l’occasione per mostrare alcuni pezzi realizzati per un marchio (la Rock Garden Collection, da esterni, Janus et Cie): che differenza di approccio progettuale c’è? «In quest’ultima c’è un’ispirazione precisa, il giardino giapponese, con la rigidità delle forme tratta dalle rocce, in contrasto con la morbidezza sinuosa che si rifà alla presenza della sabbia. Nella mia collezione personale, invece, c’è un senso olistico della casa».
Cosa rimarrà ad André Fu di questa settimana del design? «L’atmosfera frizzante. Ma soprattutto tanti stimoli: non solo arredi, ma moda, cultura, tecnologia. Così siamo noi: molteplici. E la nostra casa deve rispecchiarlo».