Il tecnologo asiatico che sfida Trump
Nell’america già proiettata verso le elezioni del 2020, chi non vuole la riconferma di Trump guarda con preoccupazione all’ammassarsi di candidati democratici che spesso spaventano l’elettorato moderato con proposte radicali. Molti commentatori prevedono un testa a testa tra due politici bianchi della East Coast molto stagionati (il più vecchio presidente della storia americana, se eletti) e vulnerabili agli attacchi di Trump: Sanders per via del suo dichiarato socialismo, già ampiamente demonizzato dalla Casa Bianca, Biden per le scelte contraddittorie del suo passato (dall’aborto alla guerra in Iraq) e i problemi con giovani e donne. I siti di scommesse confermano il distacco dei due «grandi vecchi» rispetto a Kamala Harris, Beto O’rourke e gli altri. Ma tra i nomi dei politici che inseguono, ora troviamo un candidato, Andrew Yang, che, benché sconosciuto ai più, sembra avere, almeno per gli scommettitori, più chance di senatori celebri come Elizabeth Warren e Cory Booker. 44 anni, figlio di uno scienziato immigrato da Taiwan, imprenditore di start up digitali, Yang è un outsider che probabilmente non farà molta strada nella corsa alla Casa Bianca, ma potrebbe deviarne il corso con le sue proposte popolari e spiazzanti e una campagna scanzonata e anti-ideologica, piena di meme e slogan accattivanti. Tecnologo convinto che i robot creeranno problemi occupazionali crescenti, propone, come ammortizzatore, di dare mille dollari al mese a tutti i cittadini dai 18 ai 64 anni. Ma, anziché chiamarlo sussidio o reddito di cittadinanza, usa l’espressione freedom dividend, dividendo della libertà. Da finanziare con un’imposta sul valore aggiunto delle imprese e riducendo altre voci del welfare attuale. Cosa che gli consente di dire che la sua non è una ricetta socialista: «Sono capitalista, ma voglio un capitalismo dal volto umano: humanity first». Appello che, insieme a tante altre proposte che vanno dalla sanità universale al divieto delle robocall, le telefonate automatiche a fini commerciali, al no alla circoncisione (pratica frequente negli ospedali americani) gli ha attirato la simpatia di giovani e giovanissimi, con un esercito di attivisti volontari, autodefinitosi Yang Gang, che lo sostiene in rete. Piace anche a destra, perfino a gruppi razzisti, cosa che gli sta creando non pochi problemi. Ha già oltre 80 mila finanziatori della campagna, cosa che gli garantisce l’accesso ai primi dibattiti televisivi. Farà rumore.
© RIPRODUZIONE RISERVATA