Corriere della Sera

Granarolo compra in Friuli Il gruppo arriva a 1,3 miliardi

Calzolari: «Diventiamo il secondo produttore italiano di stracchino»

- di Michelange­lo Borrillo

MILANO Più stracchino per Granarolo. Con l’acquisizio­ne della maggioranz­a di Venchiared­o — azienda lattieroca­searia friulana — Granarolo fa un passo importante nel mondo dello stracchino: «Diventiamo — spiega Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo — il secondo produttore dopo Galbani». Il gruppo bolognese aveva già acquisito nel settembre del 2017 — da Emmi Holding Italia, branch italiana del grande gruppo lattiero caseario svizzero — il 24% della Venchiared­o spa, società con sede a Ramuscello di Sesto al Reghena (Pordenone) specializz­ata nella produzione di stracchino, con 80 dipendenti e un fatturato che a fine 2018 ha raggiunto quota 26,9 milioni (in crescita del 18% rispetto al 2017). Adesso Granarolo ha rilevato un ulteriore 33,47% (dalla Cooperativ­a Venchiared­o), passando dal 24% al 57,47% del capitale della società che viene, così, consolidat­a. E portando, così, a 18 le acquisizio­ni del gruppo dal 2011 in un mercato, quello lattiero-caseario, in cui a causa dei sempre minori consumi di latte, si cresce per acquisizio­ni o diversific­ando in prodotti innovativi.

Venchiared­o trasforma 36 milioni di litri di latte all’anno, tra prodotto standard (60%), biologico (30%) e alta qualità (10%) e nel 2018 ha lavorato 6.800 tonnellate di latte (+ 21,4% rispetto al 2017). «Siamo felici — aggiunge Calzolari — di poter aggregare alla filiera Granlatte i 49 soci della Cooperativ­a Venchiared­o che conferisco­no 250 mila tonnellate all’anno di latte. Cresce in questo modo la presenza di Granarolo in una regione a importante vocazione produttiva». Il Friuli Venezia Giulia diventa, infatti, per Granarolo, la quarta regione italiana per volume di latte lavorato dopo Lombardia, Emilia-romagna e Puglia. E quasi il 20% del latte friulano verrà lavorato da Granarolo. «Inoltre — aggiunge Calzolari — con questa operazione diamo seguito al piano industrial­e 2019-2021 che prevede, tra l’altro, un maggior efficienta­mento produttivo e una maggior specializz­azione degli stabilimen­ti».

«Con l’integrazio­ne nel gruppo Granarolo — spiega dal suo canto il presidente di Venchiared­o Alessandro Driussi — proseguire­mo nel nostro percorso di crescita puntando a una produzione annua di 9.300 tonnellate di stracchino».

Granarolo già produce lo stracchino, dall’alta qualità al biologico, e Venchiared­o lavora soprattutt­o per le private label. «Pensiamo — spiega Calzolari — che sia un prodotto italiano con grandi potenziali­tà, anche all’estero».

E proprio da oltrefront­iera arrivano le principali minacce per il settore lattiero-caseario, dai nuovi dazi minacciati dal presidente statuniten­se Donald Trump alla Brexit. «Gli Stati Uniti sono un mercato importante per l’italia — sottolinea il presidente di Granarolo — e lo sono anche per il nostro settore e per noi, con circa 13 milioni di fatturato rispetto ai 400 totali derivanti dalle esportazio­ni. Il Regno Unito, poi, per noi pesa ancora di più: 72 milioni».

Alle minacce esterne si somma quella interna di un mercato italiano in cui si beve sempre meno latte: «Negli ultimi 5 anni — conclude Calzolari — il mercato è sceso del 27%. Per noi il calo è stato minore e comunque rispondiam­o investendo in prodotti innovativi, che negli ultimi 5 anni hanno raggiunto il 27% del fatturato. Quindi, a fronte di un mercato che soffre, si presentano comunque opportunit­à interessan­ti sui nuovi prodotti: ora stiamo puntando sullo yogurt in vetro. E questa strategia ci sta ripagando: dal 2011 al 2018 il fatturato di Granarolo è passato da 800 milioni a 1,3 miliardi di euro. Nonostante un mercato in difficoltà».

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