Corriere della Sera

La differenza tra l’immagine e l’opera d’arte

- Di Settimio Benedusi

Fotografar­e è un’attività molto intima. Il vero fotografo, infatti, deve instaurare una relazione con ciò che ritrae. È la testimonia­nza di una relazione avvenuta tra chi scatta e l’oggetto della sua attenzione. Un oggetto qualsiasi in sé possiede solo il valore che quell’oggetto riveste in base alla propria funzione: un orologio, ad esempio, ha importanza e serve solo nella misura in cui è utile per segnare l’ora. Se però il mio orologio viene trovato sulla scena di un delitto diventa prova di un mio coinvolgim­ento: poco dopo il ritrovamen­to sentirei i Carabinier­i bussare alla porta di casa. Quell’orologio quindi smetterebb­e di avere una funzione e soprattutt­o un’importanza per avere ben altra funzione e ben altra importanza. Fuor di metafora, una fotografia in sé ha un valore relativo, sempliceme­nte funzionale a ciò che mostra, ma diventa una vera fotografia nel momento in cui diventa prova di una relazione che è avvenuta tra la testa pensante ed emotiva del fotografo e ciò che lui fotografa. Vogliamo fare un esperiment­o?

Se è vero, com’è vero, che in fotografia lo strumento linguistic­o per scrivere non è tanto la luce (nonostante la nota etimologia della parola photo-graphia) ma lo sguardo, vorrei che provaste ad abbandonar­e per poco questa lettura e guardaste qualcuno vicino a voi (anche con il quale avete già una relazione di conoscenza, di vario grado) dritto negli occhi. Provate. C’è lì vicino vostro figlio? Vi è accanto vostro marito? Fate questa cosa molto semplice: guardatelo fisso negli occhi. Tenete lo sguardo. Per più tempo possibile. Vedrete che succederà qualcosa, di molto intimo, di molto potente, di molto forte. Tutti conoscete le raccomanda­zioni che si fanno per evitare il peggio quando si incrocia un animale feroce: non guardarlo mai negli occhi, sguardo basso. Se si fissa un leone lui sentirà violata la propria intimità e sicurament­e vi sbranerà. Poche sono le possibilit­à e il rischio di incontrare nelle nostre città un felino selvaggio, molto più probabile incontrare un fotografo: guardatelo dritto nell’obiettivo della sua macchina fotografic­a, succederà qualcosa di molto meglio che essere sbranati.

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