Piccolo Napoli
L’arsenal domina nel primo tempo segna Ramsey, Koulibaly fa autogol Il risveglio azzurro arriva troppo tardi
Non sappiamo se sia mancato il coraggio. Di sicuro è mancato un tempo, il primo, durante il quale, senza gioco, nervi né un piano credibile per ripararsi dalla tempesta, il Napoli è stato travolto da un Arsenal tutto tuoni, lampi e bellezza. Il 2-0 per i Gunners è nato in quei 45’ maledetti che un secondo tempo più equilibrato (dove comunque Meret ha fatto due miracoli) non ha cambiato. Ora, anziché fare processi, servirà riflettere sugli errori e prepararsi a un ritorno difficilissimo. Forse — se il Napoli non cambierà radicalmente faccia — ai limiti dell’impossibile.
Lasciando Milik in panchina, Ancelotti ha scelto di attaccare i non imperforabili Gunners con gli assaltatori leggeri Mertens e Insigne. Il problema è che la palla se la sono presa subito gli altri. L’arsenal ha lavorato gli azzurri ai fianchi con Maitlandniles e Kolasinac altissimi e tra le linee con Ozil dietro il duo Lacazette-aubameyang, mentre il pressing alto collettivo — la vera scintilla che accende la fase offensiva dei londinesi — sporcava ogni uscita del Napoli. Ancelotti ha colto presto l’aria che tirava e il suo labiale («Non va bene») annunciava guai. Infatti. Dopo un doppio benedetto salvataggio di Koulibaly su Ramsey e Maitland-niles, sull’ennesima palla sbagliata di Mario Rui, Ozil ha avviato un’azione di accecante bellezza: 6 passaggi, di cui 5 di prima, e conclusione imparabile del già juventino Ramsey su assist di Maitland-niles. L’estetica arsenalista ai suoi massimi.
Il Napoli, anziché reagire, è rimasto impastato, scollegato, passivo e, soprattutto, recidivo. È infatti da un’altra palla persa che è nato il 2-0 dei Gunners: a farsela sfilare è stato Fabian Ruiz, in perenne mal di mare; ad approfittarne Torreira che si è involato, ha tirato e ha trovato la deviazione decisiva di Koulibaly. Detto col suo nome, un autogol colossale. Ma poco importa. L’emirates esplodeva e il Napoli barcollava. Ogni volta che si distendeva — con continui scambi di prima che anticipavano sempre le scelte difensive azzurre — l’arsenal sembrava potere segnare. Un dominio, insomma. Eppure, poiché la fragilità della difesa di Emery non è leggenda, allo scadere del tempo Callejon da destra ha offerto a Insigne una palla d’oro: il tiro, alto, doveva essere migliore.
L’episodio ha, se non altro, dato fiducia al Napoli, che a inizio ripresa ha provato a osare. Più pressing e l’attacco alle spalle degli esterni hanno portato a un corner con testa di Koulibaly alto di niente. In risposta, Ramsey ha obbligato Meret a una super parata. L’arsenal pareva stanco, Ancelotti ha inserito Milik per Mertens, Emery si è concesso il lusso di togliere Ozil e Lacazette ma vicino al gol ci è andato Maitland-niles sul quale Meret ha dato ancora spettacolo. La partita adesso era finalmente equilibrata, e poco dopo Insigne, sfondando ancora su Monreal, ha regalato a Zielinski la palla del 2-1, che però è finita in curva. Lo stesso hanno fatto poi Ramsey e Aubameyang. E per il Napoli adesso è tutta salita.