Corriere della Sera

La «furbata» di Max per seminare nervosismo nell’ajax

«Douglas Costa doveva lasciar lì la gamba e De Jong sarebbe stato espulso» ha fatto rumore

- Paolo Tomaselli

Non se la prendono più di tanto gli olandesi, anche perché la pagina della «malizia» nel loro vocabolari­o calcistico non esiste. E così se Massimilia­no Allegri si diverte a fare la parte del «cattivo» — bacchettan­do nel dopo partita Douglas Costa che non ha fatto il furbo per fare espellere e squalifica­re De Jong — loro che fanno? Esaltano le parole di Max proprio sul regista 21enne dell’ajax: «Ha capito tutto del nostro gioco, si è spostato rapidament­e per evitare la marcatura. Ha giocato molto bene». E quindi dal loro punto di vista, se l’allenatore della Juve ha detto certe cose, lo ha fatto per paura e ammirazion­e del giocatore chiave dell’ajax. Quasi il migliore dei compliment­i.

Ma resta il fatto che le parole di Allegri, dopo che Costa ha saltato De Jong che cercava di rubargli palla, hanno fatto rumore: «Douglas Doveva lasciar lì la gamba — ha detto Max a Sky, ribadendo il concetto in conferenza stampa —. De Jong era già ammonito e sarebbe stato espulso, saltando così il ritorno. Le vittorie passano anche da queste cose. Ci vuole un po’ di malizia: tutti puliti non si gioca a calcio. Diranno che istigo? Dicano quel che vogliono. Per me si passa troppo palla al portiere, la giocano più loro che i centrocamp­isti...».

Il discorso dopo l’1-1 alla Cruijff Arena ha riguardato per la verità soprattutt­o i centrocamp­isti della Juve. E allora viene il sospetto che quando si trova di fronte un avversario con certe caratteris­tiche così definite e così diverse dalla sua idea di calcio, Allegri non dica certe cose a caso. Ma lo faccia per seminare un po’ di nervosismo, sperando che cresca al momento giusto nel campo altrui. Ricordate le continue critiche a «quelli che complicano il calcio, che invece è una cosa semplice»? Soprattutt­o l’anno scorso sono state il leit motiv della comunicazi­one dell’allenatore juventino, che pure non ha mai citato apertament­e il suo bersaglio, ovvero Maurizio Sarri, che col suo Napoli è arrivato vicino all’impresa scudetto, ma si è perso sul più bello.

Così adesso di fronte al «calcio pulito» per eccellenza, quello di De Jong, che ha già firmato per il Barcellona, ecco che Max si mette il cappello da cowboy e invita i suoi giocatori a farsi più furbi in vista della battaglia di Torino martedì prossimo. Proprio mentre dieci metri più in là il giovane Frenkie, che con il suo sorriso sembra appena uscito da uno spot del dentifrici­o, parla con sguardo trasognato «della grandezza di Ronaldo, un giocatore di classe superiore: mi inchino davanti a lui».

Alti e bassi della sportività racchiusi in pochi metri. Non è la prima volta che succede in questa Champions ad Amsterdam e in quel caso c’era di mezzo un’ammonizion­e: Sergio Ramos dopo l’andata degli ottavi aveva raccontato tutto tronfio di aver cercato il giallo per saltare l’inutile ritorno dopo il 2-1 dell’andata. E senza di lui il Real ne ha presi 4 al Bernabeu. Di fronte a tutte quelle gigantogra­fie di Cruijff, giocare sporco può ritorcersi contro.

La sfida L’allenatore della Juventus «sfida» il fair play e la cultura sportiva olandese

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(Lapresse, Afp) Ritorno Douglas Costa salta Frenkie De Jong. A destra Massimilia­no Allegri

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