Belinelli: «Deciso a sorprendere tutti con i miei Spurs Poi il Mondiale»
Marco Belinelli, partono i playoff Nba. I ventiduesimi di fila per i San Antonio Spurs, i sesti in America per lei. Siete pronti?
«Finalmente si comincia. Si vive per questa pallacanestro, per me è emozionante perché c’è qualcosa sul tavolo. Si sfidano i campioni, ogni azione conta».
A San Antonio c’è pressione?
«I playoff sono visti come la normalità. L’organizzazione è perfetta ed è per questo che in due decadi, cambiando anche un paio di cicli di giocatori, qui si fa buona pallacanestro. È come se la stagione iniziasse ora».
Ma per gli Spurs si tratta di partire da sfavoriti, con la settima posizione a Ovest, contro i sorprendenti Denver Nuggets.
«Noi siamo più esperti, loro hanno tanto talento. Non mi ha sorpreso il lavoro del loro coach Michael Malone, che ho conosciuto a New Orleans. Ma meglio loro di Golden State».
Perché?
«Perché Golden State, per me, è la favorita».
Lo dice perché dopo anni ai playoff non ci sarà Lebron James?
«I Warriors sarebbero favoriti comunque». Torniamo agli Spurs: partire da sfavoriti è una situazione che solletica il suo coach Gregg Popovich...
«Decisamente. È tranquillo, non ha perso il sonno. Credo che potremo stupire».
Lei ha segnato 1.946 punti a San Antonio, ed è la formazione con la quale ha realizzato di più. È la franchigia della sua carriera?
«Senza dubbio. Mi sento uno Spur, qui sono cresciuto, qui ho vinto, quando sono tornato ho avuto la sensazione di essere a casa».
Questa è la sua miglior stagione americana?
«Direi di sì. Faccio quello che mi chiede Pop, porto punti ed esperienza dalla panchina. Spero di giocare ancora a lungo, non mi spaventa vedere delle leggende come Wade o Nowitzki ritirarsi. Più invecchio più miglioro».
E il suo amico Danilo Gallinari? Il presidente Petrucci conta molto su di voi.
«Ha fatto una stagione super. L’ho visto contento, ha fatto anche partite mostruose. Per i Mondiali direi che per noi è tutto a posto».
Quante volte avete parlato di Nazionale?
«Ci siamo sentiti via messaggio, anche con i ragazzi che hanno giocato le qualificazioni. Ora l’asticella si alza, vedremo».
A parte battere Denver e provare a vincere i Mondiali, come si vede tra qualche anno?
«Sposato con Martina, perché no? Abbiamo iniziato a vivere insieme, stiamo bene».
Lei ha sempre detto che tornerà a vivere a Bologna. Intanto a Bologna è tornato il derby tra Virtus e Fortitudo.
«Finalmente. Mancava, la passione della città si vede in questa sfida».
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È come se la stagione cominciasse ora. San Antonio è la franchigia della mia carriera, questo è il mio anno migliore ma sogno di poter giocare ancora a lungo