Attenzione, Vettel fragile Ferrari, missione recupero
A Maranello convinti di ritrovare a Shanghai l’affidabilità perduta
Mille e non più mille. La Ferrari attende il Gp di Cina, il millesimo della storia della F1, con la stessa ansia con cui si aspetta una rivelazione profetica. Sperando che la rivelazione non sia la fine anticipata di una stagione che poteva (e può ancora essere) quella del grande riscatto.
Individuato il problema (il corto circuito alla centralina di un iniettore) che ha tolto la vittoria a Leclerc in Bahrein, ora la scuderia di Maranello deve dimostrare che tutti i problemi sono stati risolti e che la SF90 sia cresciuta in affidabilità.
In questo il circuito di Shanghai non aiuta, perché il motore è costretto a tirare al massimo per il 68% del giro dato che il tracciato è composto, tra l’altro, da due rettilinei di 720 e 1.400 m, quest’ultimo il più lungo di tutto il mondiale. «A Shanghai — spiega Mattia Binotto team principal del Cavallino — abbiamo un lunghissimo rettilineo e curvoni che sollecitano l’anteriore. Vogliamo accertarci della competitività della SF90 anche su questo tipo di tracciato e verificare che i problemi del Bahrein non si ripetano».
Un semplice esame esterno della vettura presente sul circuito cinese mostra qualche novità. Come l’aumento della portata del raffreddamento della power unit attraverso il ripristino dell’apertura a forma di esse già vista durante i test invernali. Poi, naturalmente, ci saranno anche dei correttivi nascosti alla vista. Basterà? Quel che è certo è che questo, nonostante l’anno scorso abbia vinto la Red Bull di Ricciardo, è da alcuni anni un circuito favorevole alla Mercedes. Quindi vincere in Cina, significa imporsi in trasferta. E per questo servono due punte. Una c’è di sicuro. Parliamo di Charles Leclerc, il pilota del momento, dopo la sicurezza e il talento dimostrati in Bahrein. L’altra, Sebastian Vettel, però, è da recuperare. Il testacoda sulla pista di Sakhir dopo il sorpasso subito da Hamilton è stato un segnale di fragilità inquietante.
Proprio per questo è stato deciso di non lasciarlo a tormentarsi, ma di rimetterlo subito al lavoro, prima con i test in Bahrein, 103 giri senza intoppi, poi con prove di bilanciamento e assetto in modo da rendere la SF90 una vettura vicina sempre più alla sua macchina ideale. «È la terza gara in una pista diversa con condizioni diverse, — spiega Seb — vedremo cosa accadrà. C’è più di un rettilineo, ma ci sono anche alcune curve, per cui dobbiamo andare bene in tutti i settori. Mi aspetto che le Mercedes siano più vicine rispetto al Bahrein, dove non so bene cosa sia successo. Credo che sarà una battaglia molto ravvicinata». Vettel non si sbilancia ma sembra ottimista: «Non so cosa accadrà ma spero che ci sia tanto rosso e giallo sul podio».