Corriere della Sera

Attenzione, Vettel fragile Ferrari, missione recupero

A Maranello convinti di ritrovare a Shanghai l’affidabili­tà perduta

- Marco Letizia

Mille e non più mille. La Ferrari attende il Gp di Cina, il millesimo della storia della F1, con la stessa ansia con cui si aspetta una rivelazion­e profetica. Sperando che la rivelazion­e non sia la fine anticipata di una stagione che poteva (e può ancora essere) quella del grande riscatto.

Individuat­o il problema (il corto circuito alla centralina di un iniettore) che ha tolto la vittoria a Leclerc in Bahrein, ora la scuderia di Maranello deve dimostrare che tutti i problemi sono stati risolti e che la SF90 sia cresciuta in affidabili­tà.

In questo il circuito di Shanghai non aiuta, perché il motore è costretto a tirare al massimo per il 68% del giro dato che il tracciato è composto, tra l’altro, da due rettilinei di 720 e 1.400 m, quest’ultimo il più lungo di tutto il mondiale. «A Shanghai — spiega Mattia Binotto team principal del Cavallino — abbiamo un lunghissim­o rettilineo e curvoni che sollecitan­o l’anteriore. Vogliamo accertarci della competitiv­ità della SF90 anche su questo tipo di tracciato e verificare che i problemi del Bahrein non si ripetano».

Un semplice esame esterno della vettura presente sul circuito cinese mostra qualche novità. Come l’aumento della portata del raffreddam­ento della power unit attraverso il ripristino dell’apertura a forma di esse già vista durante i test invernali. Poi, naturalmen­te, ci saranno anche dei correttivi nascosti alla vista. Basterà? Quel che è certo è che questo, nonostante l’anno scorso abbia vinto la Red Bull di Ricciardo, è da alcuni anni un circuito favorevole alla Mercedes. Quindi vincere in Cina, significa imporsi in trasferta. E per questo servono due punte. Una c’è di sicuro. Parliamo di Charles Leclerc, il pilota del momento, dopo la sicurezza e il talento dimostrati in Bahrein. L’altra, Sebastian Vettel, però, è da recuperare. Il testacoda sulla pista di Sakhir dopo il sorpasso subito da Hamilton è stato un segnale di fragilità inquietant­e.

Proprio per questo è stato deciso di non lasciarlo a tormentars­i, ma di rimetterlo subito al lavoro, prima con i test in Bahrein, 103 giri senza intoppi, poi con prove di bilanciame­nto e assetto in modo da rendere la SF90 una vettura vicina sempre più alla sua macchina ideale. «È la terza gara in una pista diversa con condizioni diverse, — spiega Seb — vedremo cosa accadrà. C’è più di un rettilineo, ma ci sono anche alcune curve, per cui dobbiamo andare bene in tutti i settori. Mi aspetto che le Mercedes siano più vicine rispetto al Bahrein, dove non so bene cosa sia successo. Credo che sarà una battaglia molto ravvicinat­a». Vettel non si sbilancia ma sembra ottimista: «Non so cosa accadrà ma spero che ci sia tanto rosso e giallo sul podio».

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Il ferrarista Sebastian Vettel, 31 anni, si concede per i selfie ai tifosi cinesi
(Getty Images) Selfie Il ferrarista Sebastian Vettel, 31 anni, si concede per i selfie ai tifosi cinesi

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