Corriere della Sera

Spie, dossier, veleni L’effetto Wikileaks sulla Casa Bianca

- di Massimo Gaggi

Anche se verrà concessa l’estradizio­ne, è improbabil­e che Assange arrivi in catene a Washington. Di quale Assange parliamo? Del cospirator­e contro la sicurezza dell’america denunciato dall’attuale segretario di Stato, Mike Pompeo, quando era a capo della Cia o del «tesoro», capo di un’organizzaz­ione che Donald Trump aveva detto di amare (I love this Wikileaks, it is a treasure trove) quando, nel 2016, diffuse le email di Hillary Clinton intercetta­te dai russi? L’arresto di Julian Assange, incriminat­o per le centinaia di migliaia di documenti classifica­ti del Pentagono e del Dipartimen­to di Stato trafugati e pubblicati 9 anni fa, apre scenari complessi tanto sul piano giudiziari­o quanto su quello politico: sul primo la magistratu­ra non ha mai chiarito se considera Wikileaks un’organizzaz­ione giornalist­ica che pubblica informazio­ni riservate ma veritiere, piuttosto, una «non State, hostile organizati­on» di cospirator­i secondo la definizion­e di Pompeo. Sul piano politico, i democratic­i sperano di utilizzare l’estradizio­ne di Assange per riaprire l’inchiesta che il superprocu­ratore Bob Mueller ha appena concluso senza accuse specifiche (il documento è tuttora segreto). Mueller non ha mai parlato pubblicame­nte, ma nei suoi documenti noti, ossia l’incriminaz­ione di ex collaborat­ori di Trump, ha sostenuto che Wikileaks è in una posizione unica per far luce sul Russiagate, pur non formulando accuse esplicite contro Assange. Il quale, a sua volta, ha respinto una richiesta della Commission­e Giustizia della Camera che gli chiedeva di collaborar­e. Implicazio­ni politiche e giudiziari­e, insomma, si sovrappong­ono e, nonostante le dure parole di Pompeo, Trump non userà la mano pesante: l’incriminaz­ione contiene accuse di reati informatic­i (massimo 5 anni di pena) e non quelle di spionaggio (che comportano l’ergastolo) a suo tempo formulate dal governo Obama. Ma tutto può ancora succedere, anche il prosciogli­mento di Assange o una condanna simbolica, con un ministro della Giustizia, Barr, che ha appena accusato l’fbi di aver spiato la campagna 2016 di Trump (il capo repubblica­no - dei federali decise di controllar­e alcuni sospetti, autorizzat­o a farlo dai magistrati sorveglian­ti, anch’essi repubblica­ni).

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