Corriere della Sera

Il documento che ha turbato la Chiesa

Il teologo Forte: ci mostra le radici da cui è nata questa ferita

- Di Massimo Franco Bruno Forte

Il testo scritto da Benedetto XVI per la rivista Klerusblat­t e anticipato dal Corriere, ha messo in crisi l’equilibrio tra i due Papi. Con i sostenitor­i di Francesco e quelli di Ratzinger che usano il documento quasi come un’arma da brandire.

Èun intervento chiaro e coraggioso quello con cui il Papa emerito Benedetto XVI prende posizione sulla crisi degli abusi nella Chiesa, emersa in maniera drammatica e virulenta anche grazie alla determinaz­ione sua e del suo successore, Papa Francesco, nell’affrontarl­a. Da uomo di fede e di pensiero qual è, protagonis­ta e testimone egli stesso delle vicende culturali del «secolo breve», il Novecento, e degli sviluppi della cosiddetta postmodern­ità, Joseph Ratzinger va alle radici dei processi che hanno determinat­o una ferita così drammatica: con tratti brevi e al tempo stesso magistrali delinea il contesto della questione, in mancanza del quale il problema risulta incomprens­ibile, mostrando come la crisi affondi le sue radici negli anni ’60, e precisamen­te in quel processo per cui nel ventennio 1960-1980 «i criteri validi sino a quel momento in tema di sessualità sono venuti meno completame­nte e ne è risultata un’assenza di norme alla quale nel frattempo ci si è sforzati di rimediare».

Nell’analisi di Benedetto la radice profonda della crisi va cercata nella diffusione prodottasi

allora della cosiddetta «etica della situazione», per la quale «non c’era più il bene, ma solo ciò che sul momento e a seconda delle circostanz­e è relativame­nte meglio». Fu in reazione a questa sfida che Giovanni Paolo II volle un’enciclica che potesse rimettere ordine nel campo decisivo della morale: pubblicato con il titolo Veritatis splendor il 6 agosto 1993, questo testo ribadiva la forza vincolante di alcuni precetti fondamenta­li, riassunti nel Decalogo e nel compendio di esso rappresent­ato dai due comandamen­ti dell’amore di Dio e del prossimo, formulato da Gesù, precetti senza i quali viene meno la stessa distinzion­e fra il bene e il male e ogni scelta è lasciata all’arbitrio dei singoli. Dove si perde il senso di Dio e il riferiment­o costante a Lui e alla Sua volontà da parte della coscienza morale, lì a perdersi è l’uomo stesso e la sua libertà: «La morte di Dio in una società significa anche la fine della sua libertà, perché muore il senso che offre orientamen­to».

Da queste premesse il Papa emerito sviluppa alcune prospettiv­e per una giusta risposta da parte della Chiesa alla crisi degli abusi. Se la pedofilia ha potuto raggiunger­e dimensioni gravi, il motivo sta nell’assenza di Dio. Il primo compito consiste nell’iniziare di nuovo «a vivere di Dio, rivolti a lui e in obbedienza a lui». Riconoscen­do dolorosame­nte che il peccato e il male nella Chiesa ci sono, non bisogna dimenticar­e che la confession­e del Signore e la fedeltà a Lui sono non di meno vivi e presenti: «Anche oggi c’è la Chiesa santa che è indistrutt­ibile... Anche oggi Dio ha i suoi testimoni (martyres) nel mondo». La grande crisi si offre, allora, come una grande sfida e una non meno decisiva chiamata a che le forze del bene si alleino in una rinnovata fedeltà. La necessità assoluta che le vittime del male siano riconosciu­te nella loro dignità ferita e adeguatame­nte ripagate e aiutate, deve coniugarsi all’impegno affinché chi ha operato il male sia giudicato con la severità necessaria e accompagna­to a vivere un cammino di conversion­e.

A questo serve, però, secondo il Papa emerito, che sia la Chiesa tutta a mobilitars­i in una rinnovata tensione di riforma e di annuncio gioioso del Vangelo con le parole e l’eloquenza della vita e tutto questo nella comunione profonda col Successore di Pietro, Papa Francesco, verso cui Benedetto ha una devozione assoluta e di piena obbedienza e amore. Un programma che — proprio per il rigore dell’analisi — è tutt’altro che moralistic­o: presenta, anzi, la cogenza che solo l’urgenza di obbedire alla verità riesce a dare all’imperativo morale.

Quello di Benedetto è un intervento non solo rigoroso, ma anche chiaro e coraggioso

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 ??  ?? Il documento Il testo di Benedetto XVI, pubblicato in esclusiva giovedì dal Corriere della Sera, sulla «pedofilia e il collasso morale della Chiesa»
Il documento Il testo di Benedetto XVI, pubblicato in esclusiva giovedì dal Corriere della Sera, sulla «pedofilia e il collasso morale della Chiesa»

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