«Responsabile dei morti di Genova» Ma per la sindaca pena da abbassare
La Cassazione: nuovo processo sull’alluvione 2011. Vincenzi: speravo fosse finita
Colpevole, ma con pena da ridefinire. La Cassazione ha accertato «in maniera irrevocabile» la responsabilità di Marta Vincenzi nella morte di sei persone durante l’alluvione di Genova nel 2011 ma non ha reso esecutiva la condanna perché il processo d’appello a carico dell’ex sindaco pd (che rischiava di entrare in carcere già oggi) va rifatto per ricalcolare la pena, dato che sono caduti due dei tre episodi di falso che le venivano attribuiti in aggiunta al disastro e all’omicidio colposo. La sostanza è che restano nel limbo sia gli imputati che i parenti delle vittime di quella tragedia.
«Non vedevo l’ora che finisse, invece ci sarà una coda — commenta al telefono Vincenzi —. Avevo già le valigie pronte per il carcere». L’ex sindaco aveva ricevuto una condanna a cinque anni in primo grado, confermata in appello. Ora può sperare di scendere sotto la soglia dei tre anni e quindi evitare la detenzione. «La Cassazione mi ha ridato l’onore accertando che non ho mentito ai miei cittadini sull’orario dell’allarme e sulla relazione al consiglio comunale per provare a salvarmi la pelle. E questo era il punto per me più importante, perché mai l’avrei fatto. Sulle responsabilità di protezione civile tutte in capo al sindaco ricerca di verità. Mi aspetto ora almeno le scuse che non sono mai arrivate». Poco più in là piange Flemur Djala, origini albanesi, che perse la moglie Shpresa (23 anni), e le piccole Gioia e Janissa. E piange Domenico, il figlio allora 15enne di Angela Chiaramonte, che era andato a prenderlo al liceo. L’altra vittima è l’edicolante Evelina Pietranera.
Insieme a quella per l’ex sindaco, l’appello aveva inflitto condanne all’ex assessore comunale alla Protezione civile Francesco Scidone (2 anni e 10 mesi contro i 4 anni e 9 mesi in primo grado), al dirigente comunale Gianfranco Delponte (2 anni e 9 mesi contro i 4 anni e 5 mesi in primo grado), l’altro dirigente Pierpaolo Cha (passato a 4 anni e 4 mesi dopo l’anno e 4 mesi in primo grado). E poi all’ex capo dellaprotezione civile comunale Sandro Gambelli (2 anni e 10 mesi, un anno in primo grado) e all’ex coordinatore dei volontari, Roberto Gabutti (8 mesi, assolto in primo grado).
Per Scidone e Delponte, i giudici di secondo grado avevano sbagliato il calcolo della pena (inferiore a quella che realmente volevano dare). Un errore materiale che verrà corretto, assieme al riconteggio generale, nell’appello bis. ● Per i fatti avvenuti nell’alluvione del 4 novembre del 2011 (morirono quattro donne e due bambine, che avevano una due anni e l’altra 10 mesi) è stata condannata per omicidio colposo
Le accuse cadute Caduti due dei tre episodi di falso «Non ho mentito ai miei cittadini»