Lo sguardo degli italiani
«Un orfano nell’africa di Boko Haram» «I bambini sfiniti dalla crisi dello Yemen» Scatti e storie dei due reporter premiati
L’immagine di Marco Gualazzini scattata il 18 ottobre a Bol, nel Paese africano devastato da una crisi umanitaria
Ha coinvolto 4.738 professionisti da 139 Paesi la 62ª edizione del World Press Photo. Due fotografi italiani (entrambi dell’agenzia Contrasto) hanno vinto le categorie nelle quali avevano ottenuto la nomination, un terzo è arrivato secondo.
L’orfano di guerra del Ciad che cammina a testa bassa rasente a un muro imbrattato di disegni di lanciagranate, era stato segnalato anche per il premio più agognato, la Foto dell’anno. Comunque la storia di cui fa parte lo scatto di Marco Gualazzini si è aggiudicata il primo premio nella sezione Ambiente. Il parmense, classe
La foto di Daniele Volpe dopo l’eruzione del vulcano 1976, è un esperto di conflitti subsahariani, come testimonia il suo recente libro Resilient. «All’inizio ero scettico, mi pareva una storia poco fotogenica. I combattimenti, i fattori ambientali, la desertificazione del lago Ciad, una crisi umanitaria spaventosa — racconta — mi hanno spinto ad affrontare questa avventura. I profughi diventano una facile preda dei reclutatori di Boko Haram. Nel reportage sono stato aiutato da un gruppo che si occupa di recuperare psicologicamente i terroristi. Ma dormire nei container nel deserto a 50 gradi è stato duro».
Manca l’aria a Tarif Faires, la piccina yemenita intubata nell’ospedale di Aden. Il reportage di Lorenzo Tugnoli sulla guerra dimenticata che devasta lo Yemen ha vinto tra le General News nella categoria Storie. «Sono stato in Yemen lo scorso anno due volte per il Washington Post», risponde Tugnoli. «Nello Yemen ero così concentrato per portare a casa un buon lavoro che quasi non avevo il tempo di lasciarmi coinvolgere emotivamente da ciò che vedevo. Tranne quando mi sono trovato davanti ai bambini sofferenti e malnutriti: vederli mentre sta per finire l’ossigeno in un ospedale privo di medici è stato davvero straziante — dice il fotografo di Lugo di Romagna —. Da tre anni vivo a Beirut e seguo gli avvenimenti del Medio Oriente». Tugnoli è un fisico mancato: gli restava solo un esame quando il demone della fotografia lo ha conquistato. Ieri ha ottenuto un riconoscimento importante e la mamma lo ha perdonato per aver sfiorato il traguardo universitario.
Il terzo italiano in finale, Daniele Volpe, è arrivato secondo tra le General News nella categoria foto singole. Il suo lavoro ritrae una sala da pranzo il giorno dopo l’eruzione nel giugno scorso del vulcano Fuego in Guatemala.