Spigoli e curve La corsa di Cartier al gioiello iconico
Presentata a Parigi la collezione Clash «Il neo esibizionismo ci sta aiutando»
Uno scontro, ma anche un incontro. «Clash», appunto: opposti che si attraggono, forme spigolose che trovano il giusto incastro con quelle più tondeggianti. Il nuovo universo Cartier è fatto di questo: contraddizioni che convivono in uno stesso gioiello e spesso in una stessa donna, che in questo caso ha il volto della testimonial, l’attrice Kaya Scodelario.
«Quando abbiamo cominciato a lavorare al lancio mondiale volevamo creare qualcosa destinato al futuro: non sappiamo mai se quello che stiamo progettando diventerà iconico, ma Clash è nato con questo spirito», spiega Pierre Rainero, direttore immagine
Il party
Da sinistra Sofia Coppola, Rami Malek e Lucy Boynton. Menu dello stellato Yann Nuri e concerto live di Billy Idol e stile Cartier, in un palazzo parigino di Place Vendôme, a pochi passi dalla boutique rinnovata. Bracciali, anelli, orecchini e girocolli sono un matrimonio riuscito tra alcuni simboli della maison, ma in chiave contemporanea: il «clou carré», la borchia a forma di piramide, e il «picot», ma stavolta sottile e soprattutto fluido. «Quando creiamo pensiamo alla vita delle persone: abbiamo immaginato un gioiello comodo, capace di creare un’intimità e di generare il gesto seducente di giocare con il proprio anello».
Nata per vivere nel presente ed essere attuale nel futuro, la collezione Clash dimostra la capacità trasformista nella variante con i coralli rossi. «Quando l’abbiamo creata ci è stato subito chiaro che avevamo aperto una porta, quella di un gioiello dalle mille combinazioni». In un momento in cui l’alta gioielleria è più viva che mai («c’è in giro una scelta enorme, un fermento crea un interesse per la categoria che fa bene a tutti»), nella maison del lusso nata nel 1847 — che ha dato vita ai bracciali Juste un clou e Love— si punta a un prodotto meno volubile. «Creare Clash è stato quasi naturale per i nostri disegnatori: non hanno bisogno di consultare l’archivio, hanno già in mente il vocabolario estetico della maison».
Una casa di gioielleria che ora, più che mai, mette al centro le persone — sempre più sofisticate nel gusto — e il loro stile di vita. «Il fatto di avere a che fare con un pubblico evoluto ci facilita: possiamo esprimere al meglio la nostra creatività senza la paura di essere incompresi», osserva Rainero. Allo stesso tempo il mondo dei social media, con il suo spirito di show-off, ha fornito nuovi codici. «Il neoesibizionismo ha ridato ai preziosi il ruolo di status e ci aiuta a imporre la gioielleria nell’uso quotidiano».