«L’oréal, servono vincoli legali per la sostenibilità»
Palt: non abbiamo tempo per aspettare tutti
PARIGI Per cambiare il climate change servirebbero «vincoli di legge», come le quota rosa, perché «non abbiamo tempo per aspettare tutti», sostiene Alexandra Palt, 46 anni, quattro figli, avvocata, ex militante dei diritti umani per Amnesty International, dal 2012 responsabile globale per la responsabilità sociale a L’oréal, l’unica azienda a ricevere negli ultimi tre anni consecutivi la «tripla A» da Cdp, l’organizzazione inglese non profit che certifica l’impatto ambientale delle corporation.
L’oréal è leader mondiale nei cosmetici. Può bastare l’esempio delle multinazionali a cambiare il modo di fare impresa?
«Molti dei nostri fornitori e di coloro che partecipano al nostro ecosistema, perfino i nostri concorrenti, hanno riconosciuto che abbiamo cambiato l’industria, spingendo anche loro a cambiare. È importante che le grandi aziende diano l’esempio, ma non è abbastanza. Non abbiamo tempo per aspettare che tutti adottino un modello sostenibile. Perciò abbiamo bisogno di qualche tipo di vincolo legale, e lo dico perché ho studiato legge».
Da avvocata, con le Ong, ha combattuto per i diritti umani e contro la violenza sulle donne. Oggi lavora per
Alexandra Palt guida la responsabilità sociale a L’oréal
una grande multinazionale: perché ha cambiato fronte?
«Perché quando le aziende decidono di fare qualcosa, lo fanno accadere. Nelle Ong ci sono attivisti e militanti, è tutto molto emotivo. A L’orèal ho lavorato molto sul cambiamento del management, perché per avere successo, anche il migliore, ha bisogno di una squadra motivata, tutti devono essere allineati e pensare che questa è la strada giusta. Certo, le tensioni esistono, ma sono di breve durata. La verità è che essere buoni conviene e migliora anche la performance economica: L’oréal non è mai andata meglio».
La sostenibilità è un trend globale. La spinta viene dai consumatori?
«Si parla molto di sostenibilità, ma ogni Paese ha le sue priorità: in Francia si discute soprattutto di riciclo e cambiamento climatico; in Cina di inquinamento; negli Usa di impatto sulla salute; in Brasile di biodiversità. L’italia è in prima fila nel settore alimentare. Per L’oréal avere un modello di business sostenibile è una convinzione strategica del nostro ceo e del board. È in gioco il nostro futuro, visto che il 59% dei nostri ingredienti viene dalle piante, ci crediamo al punto che dal 2016 il bonus dei nostri top manager è legato anche a target di sostenibilità (riduzione di acqua, emissioni ed energia, parametri di cui il nostro stabilimento di Settimo Torinese, peraltro, è all’avanguardia nel mondo). E siamo convinti che anche i consumatori sceglieranno sempre di più i prodotti sostenibili».
È un caso che la responsabilità sociale di solito è affidata a una donna?
«Per molto tempo responsabilità sociale e sostenibilità non erano considerate una priorità, così si è liberato spazio per le donne che ora sono più brave».
Lei è madre di due figli di 5 e 8 anni, oltre ai due figli adolescenti di suo marito. Come fa a far tutto?
«Amo il mio lavoro e adoro fare la mamma, ma non credo che la qualità conti più della quantità. Io ho dato in outsourcing tutto quello che potevo: pulizie, spesa (faccio shopping solo su Internet), non esco la sera e i weekend sono solo per i miei figli. Ma sono esausta. Non è vero che per riuscire a lavorare e fare bene la mamma sia una questione di organizzazione. Io sono una maga dell’organizzazione e ho un marito che mi aiuta. I bambini hanno semplicemente bisogno di più tempo con la mamma!».
Quindi?
«Dovremmo introdurre la settimana di 4 giorni a parità di stipendio: saremmo tutti più produttivi e più felici, e le aziende ci guadagnerebbero». Chi è
● Alexandra Palt, 46 anni, è austriaca, ma vive a Parigi da 19 anni. Avvocato, ha 2 figli di 5 e 8 anni, più altri due acquisiti
● Ha cominciato la carriera con le Ong, specializzandosi nei diritti umani e la violenza contro le donne
● Nel 2007 ha diretto l’alta Autorità francese per la lotta contro le discriminazioni
● Dal 2012 è a L’orèal, dove è responsabile mondiale per la sostenibilità