Il supplemento
Nel nuovo numero in edicola fino a sabato 20 continua anche il progetto sulle Parole d’europa Tiranni o no, «la Lettura» si interroga
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● Il numero #385 de «la Lettura» resterà in edicola fino a sabato 20 aprile. Dialogo aperto con i lettori sui profili social (@La_lettura su Twitter, @la_lettura su Instagram e @Laletturacorriere su Facebook) con l’hashtag #vivalalettura
Chi sono i tiranni e che cosa definisce una tirannia? Al festival Lezioni di Storia, che sarà dal 25 al 28 aprile a Napoli, l’antichista Luciano Canfora terrà una conferenza sul tirannicidio (il 27 aprile al Mann). Ma per approfondire concetti come «regime», «consenso», «liberticidio», «vocazione autoritaria» e per capire se si applicano o meno alla Russia di Putin o all’ungheria di Orbán (entrambi eletti con vasto consenso popolare) una conversazione tra studiosi apre il nuovo numero de «la Lettura» #385, in edicola fino a sabato 20 aprile: sul
tema, nel dialogo a cura di Antonio Carioti, si confrontano lo stesso Canfora, il politologo Luigi Curini e il sociologo Luigi Manconi.
Il legame con l’attualità è molto forte anche in questo numero del supplemento: la sezione Universi anticipa, in un articolo di Laura Zangarini, cinque docufilm che saranno al Trento Film Festival: ognuno documenta, in un’area diversa del mondo, il «dolore» degli alberi davanti all’avanzare del disboscamento per mano umana o altre cause. La psicologia indaga invece sulla gratificazione umana, nella sezione Orizzonti: ne scrive Giancarlo Dimaggio in occasione dell’edizione italiana di uno studio di Walter Mischel (edito da Carbonio), che ha testato l’autocontrollo (nei bambini) mostrandone l’utilità (anche per gli adulti). Ai ragazzi si rivolge lo scrittore Fabio Geda nella sezione Libri, anticipando l’iniziativa Maggio dei Libri e auspicando anche un settembre, un ottobre (e tutti gli altri mesi) dedicati alla lettura.
E poi, le Parole d’europa: l’autore rumeno E. O. Chirovici (Longanesi) sceglie la parola «visione» per il futuro dell’unione, e dall’estonia Meelis Friedenthal (Iperborea) illustra il vocabolo «pelle» in un racconto che accosta corpi rivoluzionari e corpi di amanti.