Blob compie 30 anni: «Festeggiamo l’anarchia totale»
Comunichiamo con immagini che durano pochi secondi: un racconto quasi onirico Ghezzi
«Trent’anni vissuti spregiudicatamente». Enrico Ghezzi sintetizza così il senso di un anniversario importante: il 17 aprile il suo programma Blob compie 30 anni, superando il traguardo delle 9.268 puntate. «Comunichiamo con immagini che durano pochi secondi — continua l’autore — non c’è codice tempo, ma codice spazio in racconti onirici, un’immagine psicotica. Blob è l’antidoto a se stesso».
Per celebrare il compleanno, sono previsti cinque appuntamenti speciali su Rai3: domani poco dopo la mezzanotte,
una prima puntata interamente dedicata alla storia del programma, le origini, gli eventi cruciali e inoltre brani scelti da La Verifica Incerta (1964) capolavoro dadaista considerato la fonte ispiratrice di Blob; poi il giorno del compleanno il palinsesto viene invaso da dieci clip, i momenti cult spalmati nell’intera giornata; il 13 giugno, uno speciale con i personaggi della politica italiana degli ultimi trent’anni; infine 6 notti di Fuori orario, con spezzoni riproposti durante l’estate.
L’ex direttore di Rai 3 Angelo Guglielmi, che il 2 aprile ha compiuto 90 anni, padre spirituale della trasmissione sottolinea: «Blob nacque da un pretesto, ma è diventato immortale, un flusso ininterrotto di immagini. Per fortuna che c’è Blob che ci sfotte, ma ha la malizia di farci sorridere come una barzelletta. È anarchia totale». In altri termini, siamo tutti un po’ blobizzati. Conferma l’attuale direttore della terza rete Stefano Coletta: «Ci siamo tutti nutriti di questa materia, un flusso che ricicla materia esistente e la offre in modo soggettivo».
Tra i personaggi che festeggiano l’anniversario, Alba Parietti: «Grazie a Blob i personaggi come me sono esistiti. Io, definita “donna di plastica”, mi ci trovo a mio agio». Franca Leosini: «È ironia e sberleffo: non essere in Blob è una deminutio, gli dobbiamo tutti qualcosa». Furio Colombo: «Prima lo guardavo divertito, ma quando sono comparso io per la prima volta in Blob mi sono sentito imbarazzatissimo!». E Sandra Milo, blobizzata all’infinito mentre urla in lacrime il nome del figlio Ciro in diretta tv, ammette scherzando: «Sono una delle vittime di Blob. All’epoca me la prendevo tanto, poi ho capito che era una bella invenzione che, a volte con grande crudeltà, sa cogliere il nocciolo della realtà».