Corriere della Sera

La Ferrari va veloce ma ha paura delle sue debolezze

Affidabili­tà: in Cina altro imprevisto tecnico per Leclerc

- Daniele Sparisci

L’ansia della maratona, il timore di arrivare al traguardo con il fiatone. O peggio, con i crampi. La sindrome Bahrein non è ancora passata. Motivati e veloci, ma fragili. E contro i corazzieri argento, così rischi di non andare lontano. Al di là di come finirà la lotta per la pole oggi, il vero esame per la Ferrari viene domani nei 56 giri del 1000° Gp della F1. Deve dimostrare di aver risolto i tanti guai tecnici che l’hanno afflitta dall’ultima settimana di test a Barcellona a ieri.

Specchiars­i e avere paura, forse più di se stessi che degli avversari. Ancora una volta Charles Leclerc è stato rallentato da un imprevisto e ha dovuto rinunciare a una parte importante delle simulazion­i di gara nella seconda sessione di prove del venerdì. Dal box minimizzan­o, un surriscald­amento ha provocato una perdita d’acqua da uno dei condotti del raffreddam­ento. Non pare nulla di grave, il motore (lo stesso salvato dopo la corsa di Sakhir) sembra riutilizza­bile. Ma la lista delle grane continua ad allungarsi mentre quella della Mercedes è un foglio bianco. E la Ferrari, dopo due doppiette dei grigi, ha bisogno di spingere a fondo i mille cavalli del V6 ibrido sui lunghi rettilinei di Shanghai sfruttando il vantaggio di motore di cui gode. Perché gli altri recuperano nelle curve, una bilancia che torna sempre in equilibrio senza un peso massimo favorito. E anche la Red Bull è pericolosa sulla distanza con l’unica punta a disposizio­ne, Max Verstappen (l’avvio di stagione del giovane Pierre Gasly è pessimo), grazie all’ottimo lavoro sugli assetti che compensa il deficit di potenza della power unit Honda. Quanto pericolosa sia è da capire, ma l’anno scorso vinse Ricciardo (dopo una prima fila rossa) con l’aiuto della safety car. I blu non vanno sottovalut­ati, per niente.

L’affidabili­tà deve esserci sempre, in Cina ancora di più alla luce dell’equilibrio teorico in pista: la Ferrari ha messo diverse pezze, sia sulla Rossa di Leclerc che su quella di Vettel, sostituend­o la centralina di controllo dell’elettronic­a dopo il black out che è costato la vittoria in Bahrein. E lo stesso ha fatto il team satellite Haas. Mattia Binotto l’ha spiegata così: «Quel guasto non ci era mai capitato, né con i motori sul banco, né durante i test o nelle libere. È stato individuat­o e subito isolato. Siamo tornati a una specifica precedente che ci dà più garanzie sull’affidabili­tà. E comunque si è trattato di una scelta precauzion­ale: faremo altre verifiche per vedere se quelle centraline potranno essere rimontate più avanti». Perché il numero di componenti utilizzabi­li in 21 gare è limitato.

Nel gioco degli specchi capita anche che la Mercedes si faccia bocciare dalla Fia l’ala anteriore (copiata da Ferrari e Alfa) per un’interpreta­zione troppo spinta del regolament­o. Basta un dettaglio per fare la differenza, purché non si rompa.

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(Afp) Gigantogra­fie Charles Leclerc, 21 anni, guida la sua Ferrari nelle prove libere sul circuito di Shanghai passando davanti alla sua foto e a quelle di Vettel e Hamilton

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