Corriere della Sera

«Pensavo che fare politica non fosse così pericoloso I 5 Stelle mi stanno usando come carne da macello»

Il sottosegre­tario: che ne so io se dietro c’è un mafioso

- di Monica Guerzoni

«È una roba folle, folle... Non pensavo che fare politica fosse così pericoloso».

Senatore Armando Siri, l’ha presa o no quella mazzetta da 30 mila euro dal professore Paolo Arata?

«Ma siamo matti? Io non so nulla di questa storia, mi auguro che si sgonfi. Sono veramente provato, seccato, sconcertat­o — risponde al cellulare a metà pomeriggio il sottosegre­tario ai Trasporti, indagato per corruzione —. Mi sento come se mi avessero buttato un badile sulla faccia. Quel che so di certo è che non ho mai preso un soldo da nessuno. Sono tranquilli­ssimo».

Non era lei, nella Lega, a tenere i rapporti con Arata?

«Si, ma pensavo fosse uno specchiato docente. Tutti lo stimano, è stato anche commissari­o straordina­rio dell’enea. Ha partecipat­o a convegni della Lega come docente esperto. Cosa ne so io se questo è un faccendier­e?».

Intercetta­to, Arata parla di una mazzetta in cambio di un emendament­o al ddl Bilancio che avrebbe agevolato il «re dell’eolico», Nicastri.

«Non ho minimament­e idea, sono allibito. Non so chi sia questo imprendito­re e non mi sono mai occupato di eolico in vita mia».

E l’emendament­o incriminat­o?

«Me ne chiedono 800 al giorno, non sto a guardarli tutti, li passo agli uffici. Ma

 Roba folle, come se mi fossi preso un badile sulla faccia Io non ho mai preso un soldo da nessuno

 Deleghe? A Toninelli ho detto: “Vedi tu”. Qui si parla di mafia, penso solo a difendere i miei affetti

non ho mai fatto alcun emendament­o per aiutare pinco, pallino, palletto».

Nicastri secondo gli investigat­ori sarebbe legato al boss mafioso Matteo Messina Denaro. Lo sapeva?

«La mafia, i mafiosi, addirittur­a. Ma che ne so io che c’è uno dietro che è un mafioso? Non sono mai stato a Palermo, mai stato a Trapani. Io lavoro, faccio il mio. Certo, se mi chiamano dalle categorie... Tutti i giorni ce n’è uno che ti chiede cose. Ovvio, facciamo questo di lavoro».

Esattament­e cosa le ha chiesto Arata?

«Arata mi ha stressato, mi chiamava continuame­nte. Tutti ti chiamano, poi le cose importanti tu le passi agli uffici, al legislativ­o. Le metti lì e qualcuno ci penserà. Ma io non ho mai telefonato a nessuno per caldeggiar­e niente. L’unica cosa su cui mi sono buttato veramente è il saldo e stralcio (delle cartelle fiscali, ndr). Quello sì».

Toninelli l’ha chiamata?

«Mi ha telefonato, sì, per dirmi che mi avrebbe tolto le deleghe. Io gli ho risposto “vedi tu”».

Salvini non avrebbe tolto le deleghe a un suo sottosegre­tario.

«Io la penso come Salvini. Ma ora il mio solo pensiero è difendere la mia famiglia e i miei affetti. È la solita storia all’italiana. Una cosa assurda, tutti sanno qualcosa e io non so niente».

Luigi Di Maio chiede le sue dimissioni. Farà un passo indietro?

«E per cosa? Non esiste, la Lega è compatta e io resto dove mi trovo. So di non aver fatto nulla, mai nella vita».

I 5 Stelle metteranno la sua vicenda giudiziari­a al centro della campagna elettorale. È preoccupat­o?

«Usano me come carne da macello, ma la questione politica mi interessa relativame­nte. L’unica cosa che mi sta a cuore in questo momento sono i miei affetti».

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