Corriere della Sera

Trevi, la battaglia tra gli azionisti La famiglia Trevisani contro le banche

Divergenze sul piano di ristruttur­azione. Il rischio che la società finisca in concordato

- Fabio Savelli

È il più recente caso di conflitto tra la famiglia-azionista e le banche esposte con la società. Solo che stavolta la battaglia rischia di mandare in concordato, o peggio in amministra­zione straordina­ria, una delle prime tre aziende al mondo nelle fondazioni per opere industrial­i e commercial­i: un gioiellino del made in Italy come Trevi. Il conflitto sta coinvolgen­do anche un investitor­e istituzion­ale come Cassa Depositi che ha sempre creduto nelle potenziali­tà di un gruppo forte anche nelle perforazio­ni.

Ginepraio salvataggi­o. Con la famiglia Trevisani, prima azionista al 33% di Trevi — indebitata con le banche anche con la sua holding a monte della catena di controllo — che si sta mettendo di traverso al piano di ristruttur­azione già elaborato da Sergio Iasi su indicazion­e del consiglio di amministra­zione. Il board ha raggiunto l’accordo con gli istituti di credito esposti con Trevi per circa 700 milioni. E con i due soci istituzion­ali, Cdp (Cassa depositi e prestiti) e il fondo di private equity Polaris. Un’intesa che prevedereb­be un aumento di capitale da 130 milioni sottoscrit­to per circa 80 milioni da Cdp e Polaris e per i restanti 50 milioni coperto dagli istituti in caso di mancata sottoscriz­ione da parte del mercato, essendo Trevi quotata a Piazza Affari. Un accordo che prevedereb­be anche la conversion­e di crediti in azioni da parte delle banche fino a 310 milioni, che prevede per le stesse uno stralcio dei crediti per circa 240 milioni. E la vendita della divisione Oil&gas per 130 milioni agli indiani di Meil per rimborsare in parte le banche. La famiglia Trevisani, essendo a corto di liquidità, ha cercato invano di trovare finanziato­ri sul mercato per partecipar­e all’aumento di capitale pro-quota. Appoggiand­o in una prima fase la ristruttur­azione di Iasi salvo ora fare marcia indietro. Vorrebbe il riconoscim­ento da parte delle banche di circa 20 milioni, adducendo il suo valore di Borsa.

È cominciata così la battaglia legale che tracimerà nella prossima assemblea in cui la famiglia spera di convincere i fondi a bocciare il piano e a rinnovare il consiglio di amministra­zione per ora diviso a metà, con 5 componenti della famiglia da un lato e 5 indipenden­ti dall’altro. Il tentativo è di non far fallire la capogruppo, la Trevifin, e di non essere estromessi dalla gestione come richiesto dai soci istituzion­ali. Ma se Trevi finisse in amministra­zione straordina­ria il conto sarebbe salato per tutti. ● Soci anche Cassa Depositi e il fondo di private equity Polaris

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Leader Jamie Dimon a capo di Jp Morgan
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● Il primo azionista è la famiglia Trevisani alto il presidente e amministra­tore delegato di Trevi Group) (in
Il profilo ● Trevi è una società quotata a Piazza Affari ● Il primo azionista è la famiglia Trevisani alto il presidente e amministra­tore delegato di Trevi Group) (in

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