Dalle Alpi ai Caraibi, le funivie Leitner oltre quota 1 miliardo
In Italia la prima seggiovia per persone entra in funzione nel 1947 a Col Alto di Corvara, in val Badia. Cominciava così il turismo legato allo sci. La costruisce il gruppo Leitner di Vipiteno, che era stato fondato nel 1888. Ora Leitner è uno dei gruppi leader al mondo negli impianti di trasporto a fune. «Nel 2018 abbiamo superato il miliardo di fatturato», spiega il presidente Anton Seeber (1 miliardo e 21 milioni). Ma non è sempre stato così. «Nel 1991-1992 la società era in difficoltà — prosegue —, mio padre decise di rilevare la partecipazione dei due fratelli Leitner e di rilanciare l’azienda».
Ora il gruppo ha undici siti produttivi, 65 filiali e 132 centri di assistenza in giro per il mondo. Numeri che sono il risultato di una strategia che punta «sulla diversificazione di prodotto e geografica, sull’internazionalizzazione e sull’innovazione. Stando in Alto Adige viviamo tra due culture, questo ci ha abituato ad adattarci velocemente e a essere flessibili mentalmente». Oltre alle funivie, il gruppo produce anche battipista e veicoli cingolati, impianti per l’innevamento programmato e per l’energia eolica. Nel 2018 la divisione Leitner Ropeways ha realizzato un centinaio di impianti a fune, tra cui la funivia sul Piccolo Cervino, con la stazione a monte a quota 4 mila metri, la più alta d’europa, e la funivia urbana di Santo Domingo, la prima così nei Caraibi. Quest’anno Leitner porterà a termine la prima trifune della Norvegia e a Zuhai in Cina realizzerà tre trifuni collegate tra loro. Sarà anche l’anno dell’avvio dei lavori per l’alpe Crossing, il collegamento tra Svizzera e Italia ai piedi del Cervino. «Abbiamo creduto in prodotti e in innovazioni che nessuno immaginava. Senza innovazione non c’è futuro — spiega Seeber —. I nostri competitor sono austriaci e tedeschi. L’obiettivo per il futuro è una crescita sostenibile. Quest’anno abbiamo investito circa 50 milioni, di cui metà in ricerca e sviluppo e l’altra metà in beni strumentali». Il passaggio di testimone tra il padre Michael e il figlio Anton è avvenuto nel 2016. «Dopo gli studi alla Bocconi mi sono trasferito negli Stati Uniti — racconta Anton Seeber —: a Philadelphia mi occupavo di private equity. Nel 2006 sono tornato a Vipiteno. L’esperienza all’estero e nella finanza mi è stata d’aiuto in azienda».