Dialogo tra passato e presente Con una riflessione sulle donne
Ozerkov (Ermitage) direttore per un anno. Mostra nel Sacello dell’alberti
Il premio
● La Fondazione Marini San Pancrazio – Museo Marino Marini di Firenze ha lanciato la II edizione di Playable Museum Award, una sfida a creativi di tutto il mondo per sviluppare un’idea di Museo del Futuro. I progetti, che dovranno essere inediti e originali, saranno vagliati da una giuria di esperti. Il vincitore riceverà un grant di diecimila euro e il supporto per l’implementazione del progetto
Il museo trionfa al di là delle colonne di Leon Battista Alberti in un’antica chiesa dove tutto si unisce e tutto è mutevole. Rovine romane, vestigia carolinge, templi di martiri, conquiste napoleoniche, industrie, rifugi antiaerei ricavati da una cripta maestosa. La galleria, così dissimile da tutte le altre, è un unicum, capace di ospitare un evento anch’esso discorde da mostre e rassegne, visite guidate e aperture notturne.
Dal 4 maggio sino al primo luglio il museo Marino Marini di Piazza San Pancrazio, cuore nobile di Firenze, s’illumina e si apre alla città in un’esperienza altra nella quale convivono rappresentazioni artistiche ed essenza filosofica di un progetto.
Ideato, per la prima volta in Italia, dalle scelte creative di un «visiting director». «Non un curatore ma un direttore che per un anno plasmerà la vita del museo secondo le sue visioni», spiega la presidente del museo Patrizia Asproni. Il primo a ricoprire questa carica ha un nome illustre. Si chiama Dimitri Ozerkov, è uno storico dell’arte nato a San Pietroburgo 43 anni fa, ed è il responsabile del Dipartimento di arte contemporanea dell’ermitage.
Ozerkov ha già elaborato il suo progetto italiano. Si chiama Accenti, scritto con caratteri
maiuscoli e declinato in inglese, italiano e russo. «Abbiamo pensato di seguire il processo senza fine dell’arte contemporanea — spiega Ozerkov —, che è creazione continua. Un’arte “come risultato” che si oppone all’arte “come processo”. Dunque, insieme a tre giovani artisti russi, abbiamo creato un grande laboratorio, rivisitazione della bottega rinascimentale, nel quale per tre settimane artisti e visitatori, installazioni e opere d’arte e architetture, dialogheranno. Il museo Marino Marini è un luogo unico e ideale per questo processo. Proprio perché unisce arte e architettura di epoche diverse».
Contaminazioni
Per la presidente Asproni gli spazi sono adatti a una continua rivoluzione simbolica
Già, il museo. Ozerkov e i tre giovani artisti russi protagonisti dell’evento, si muoveranno in una location straordinaria. Danzando nell’arte dell’antica chiesa sconsacrata di San Pancrazio nella quale le 183 opere di Marino Marini, sculture, disegni, litografie, dipinti esposte su quattro livelli raccontano la grandezza dell’artista toscano. E ancora inventando magie estetiche nelle penombre della maestosa cripta che sprofonda sino quasi a incontrare l’arno.
Sino a varcare la soglia della cappella Rucellai che custodisce il Sacello del Santo Sepolcro, il gioiello del Rinascimento firmato da Leon Battista Alberti che illumina la liquida modernità. «Ed è proprio qui che si aprirà la mostra concettuale dal titolo “Le Tre Donne” — rivela la presidente Asproni — con l’esposizione sulle pareti della Cappella di tre opere grafiche di antichi maestri che raffigurano venti gelati della Siberia hanno spinto la cultura da est a ovest per poi riverberarla nel mondo. Pensieri creativi che saranno svelati tra poco, ma che Irina già inizia a svelare. «Sono affascinata dalle sculture di Marino Marini e vorrei metterle al centro dei lavori». Ma c’è qualcos’altro che affascina l’artista. «La storia e l’identità di questo luogo che ha avuto mille volti tra i quali quello di ex abbazia femminile. Lavoro da tempo al tema delle donne e dei bambini come persone socialmente vulnerabili. Vorrei dare risposte a domande anche terribili, sulle molestie sessuali, nei secoli e in alcuni luoghi. Vorrei esprimermi sulle contraddizioni tra discriminazione sessuale e sviluppo spirituale. E vorrei lavorare con l’immagine della femmina senza mani (una scultura di Marino Marini), nella quale rappresento la crocifissione metaforica di una donna». Irina Drozd è nata a Rzhev, in Russia, nel 1983. Le sue opere sono esposte in numerose collezioni sia pubbliche che private
Andrey Kuzkin nato a Mosca nel ‘79, ha cominciato ad esporre nel 2006 sviluppando il suo particolare stile di arte performativa
Ivan Plusch è nato a Leningrado nel 1981. Realizza dipinti e installazioni che illustrano la fluidità e il trascorrere del tempo donne bibliche. Le quali, come racconta la Bibbia, uccisero i loro amati uomini».
Donne assassine o donne eroine? «Certamente donne capaci di decidere le proprie azioni e di assumersene la responsabilità, donne che non hanno mai subito alcuna punizione per i loro omicidi — spiega il visiting director Ozerkov — e che possono essere osservate e anche giudicate da più angolazioni».
Mettendo gli accenti, appunto, «sul loro ruolo, il loro gesto. Sono contemporaneamente le tre età dell’uomo, le Tre Grazie, le Tre Virtù, le tre Parche greche, Le Tre Novelle di Musil. C’è un’ermeneutica che le svela. Possono essere assassine o eroine, dunque», conclude Ozerkov.
Un tema, uno dei tanti che sarà discusso. Magari durante la maratona culturale, la Notte Bianca#24 (perché le notti bianche in Russia sono 23) del 4 luglio quando dalle 21,30 il museo Marino Marini si trasformerà in un grande pensatoio, arricchito da eventi teatrali e artistici. Al centro del museo una grande tavola rotonda accoglierà relatori e conferenzieri, rappresentanti di ogni arte, poeti e musicisti per un laboratorio «di futuro», come lo chiama Asproni. Sino a quando l’aurora annuncerà il nuovo giorno.