La risposta ultrà: coro razzista contro Kessie e Bakayoko
Possibile che il procuratore federale apra una nuova inchiesta. I due rossoneri convocati in sede
Il caso della maglietta di Acerbi, esposta come un trofeo da Bakayoko e Kessie dopo Milan-lazio, viene macchiato da un altro inquietante elemento: il razzismo. Se ne rendono protagonisti alcuni ultrà biancocelesti i quali, durante il recupero della partita contro l’udinese, intonano in curva Nord un coro vergognoso contro il francese. Le parole sono evidenti, chiare: «Questa banana è per Bakayoko», grida un gruppo di loro sulle note di «L’amour toujours» del dj Gigi D’agostino. Scherno Lo spiacevole gesto di Kessie e Bakayoko, che al termine di Milan-lazio hanno esibito la maglietta di Acerbi come un trofeo: ieri è comparso un video con insulti razzisti ai due giocatori da parte degli ultrà laziali (Afp)
Il coro sfugge agli ispettori della Federazione presenti all’olimpico, ma viene diffuso sul web. In poche ore il video diventa virale, scatenando l’indignazione dei tifosi rossoneri. Non solo. Viene anche postata una foto di una maglietta del Milan infilata su una croce, sempre in curva Nord. A questo punto è possibile che il procuratore federale Pecoraro, prendendo atto di questi elementi, decida di aprire un’altra inchiesta, dopo quella già avviata per il gesto di scherno dei due rossoneri. Il coro, per essere punibile, deve comunque essere percepito nello stadio.
È dunque accaduto quanto temuto dalla Lazio fin dal primo momento in cui è esploso il caso. Sotto osservazione anche da parte dell’uefa per i comportamenti razzisti di alcuni suoi tifosi, il club biancoceleste era preoccupato che ci fossero reazioni di questo tipo. E aveva accolto con favore il gesto distensivo di Acerbi, il quale poche ore dopo la partita con il Milan aveva postato l’immagine del suo abbraccio con Bakayoko: «Basta polemiche, ci vediamo in campo». Non è bastato.
Ovviamente il Milan non poteva farsi scivolare addosso la vicenda senza intervenire nei confronti di Bakayoko e Kessie, i quali ieri sono andati in sede (separatamente) e sono stati redarguiti in modo pesante. Non si è ancora deciso se saranno multati: dipenderà dall’esito dell’indagine del procuratore federale.