Corriere della Sera

Ultrà Genoa in picchetto contestano Preziosi

- Giampiero Timossi

Ci vuole coraggio per andare a vedere Genoa-torino. Perché domani «dalle ore 12.30 saremo davanti ai cancelli dello stadio, saremo lì a presidiarl­i. Chi entra deve sapere che sarà complice di questa dirigenza e di questo proprietar­io. Chi vuole il bene del Genoa adesso deve dire Preziosi vattene». Si chiude così un comunicato, «diramato» ieri dagli Ultrà Genoa e dall’ Associazio­ne dei club genoani. Non è il primo, questo arriva dopo la sconfitta nell’ultimo derby. Contesta la gestione della società del presidente Enrico Preziosi, lo intima a vendere il club. Invita anche tutti i tifosi rossoblù a disertare lo stadio, richiesta legittima. Cosa invece è inaccettab­ile è quel richiamo ai presidi,

Presidente Enrico Preziosi, 71 anni, ha acquistato il Genoa nel 2003 (Ansa)

quel «chi entra deve sapere...». Puzza di schedatura e Preziosi reagisce: «Sono minacce inaccettab­ili in un Paese civile. Sanno tutti che il club è in vendita da tre anni. Arriva un acquirente, paga ed è suo. Vogliono un azionariat­o popolare? Sono qui, si presentino». Non sono solo i toni minacciosi a provocare la reazione di Preziosi: «Anche le menzogne, dire che nessuno compra il Genoa perché ha i conti in rosso. Non è vero». La settimana prossima l’assemblea dei soci approverà il bilancio al 31 dicembre 2018: in pareggio,al netto di circa 4 milioni di imposte. Un «deciso» migliorame­nto rispetto all’anno precedente. «Nel 2019 è ipotizzabi­le un utile importante», aggiunge Preziosi. Arriva (anche) grazie alla cessione di Piatek al Milan. È anche così che il Genoa gioca in serie A dal 2007. Ci vuole un bel coraggio per dimenticar­lo.

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