Il lieto fine di Alex: guarito, ora a casa
Il bimbo per cui si sono mobilitati migliaia di possibili donatori. La mamma: è rinato
Aquattro mesi dall’intervento il piccolo Alex è tornato un bambino sano al 100 per cento. È stato salvato da un trapianto al Bambino Gesù di Roma, utilizzando le cellule del papà Paolo, le uniche che avrebbero potuto curarlo da un tipo di immunodeficienza primaria. La mamma: «È come averlo rimesso al mondo». La vicenda di Alex aveva provocato una straordinaria mobilitazione di migliaia di italiani, scesi in piazza per il prelievo di saliva, in coda davanti ai banchetti. Il piccolo ha avuto il permesso di tornare in Inghilterra, dove abitano i genitori, ambedue italiani.
ROMA Sulla scrivania di Franco Locatelli, oncoematologo del Bambino Gesù, da oggi campeggia una nuova foto. La sesta della collezione. Dalla cornice gli sorride un bimbo di due anni, dagli enormi occhi blu. È Alessandro Maria Montresor trapiantato a dicembre nell’ospedale romano utilizzando le cellule del papà Paolo, le uniche che avrebbero potuto salvarlo da un tipo di immunodeficienza primaria (mancanza totale di difese immunitarie da quando è nato) senza altra alternativa terapeutica.
Questa settimana, a circa quattro mesi dall’intervento, Alex è stato liberato dal catetere venoso centrale che è servito per i frequenti prelievi e le infusioni di midollo ricevute nel periodo del trattamento intensivo. Significa che è guarito, che è tornato un bambino sano al 100 per cento. «In ematologia si parla di chimerismo completo. Il midollo del donatore si è sostituito del tutto a quello malato che non avrebbe consentito ad Alex di sopravvivere», festeggia la splendida storia Locatelli, non riuscendo a trattenere la bella novità, lui solitamente riservato. Non poteva esserci notizia migliore: «Siamo straordinariamente felici di poter impreziosire con questa guarigione la Pasqua della famiglia Montresor e del Bambino Gesù».
«Il lieto fine che tutti aspettavamo, Forza Alex. Buona Pasqua e buona vita», ha commentato il ministro della Salute, Giulia Grillo.
Il piccolo ha avuto il permesso dai medici di tornare in Inghilterra, dove abitano i genitori, ambedue italiani. Infatti non è più necessaria la sua presenza a Roma ora che le cure sono terminate. Avrà bisogno soltanto di periodici controlli, molto più distanziati di quanti ne ha ricevuti negli ultimi mesi. Altri 5 piccoli pazienti con la stessa malattia di Alex sono stati curati e guariti con tecniche innovative nell’oncoematologia del professor Locatelli, ai primi posti nel mondo, forte di una casistica eccezionale. In generale, considerando le immunodeficienze nel lodo complesso, la percentuale di guarigione è del 90%.
Alex aveva una malattia chiamata linfoistiocitosi emofagocitica ed era stato trasferito a fine novembre al Bambino Gesù dall’ospedale Great Ormond Street di Londra dove come prima ipotesi era stato indicato il trapianto di midollo da donatore compatibile. Ci fu una straordinaria mobilitazione di migliaia di italiani, scesi in piazza per il prelievo di saliva (necessario per la tipizzazione), in coda davanti ai banchetti. Che però non ha dato risposte positive. In tutte le banche del mondo non è uscito fuori un donatore adatto ad Alex.
Così a dargli le cellule vivifiche, compatibili a metà, è stato il papà Paolo ritenuto più idoneo rispetto alla mamma. Una tecnica messa a punto al Bambino Gesù che consiste nel manipolare il midollo del genitore prima di reinfonderlo una volta privato di caratteristiche che potrebbero generare nel nuovo ospite una risposta pericolosa dell’organismo.
Gli oncoematologi londinesi in questo campo non hanno esperienze e così hanno concordato con i medici romani il viaggio della speranza nella Capitale. Il trapianto è avvenuto prima di
Tecnica innovativa
È il sesto caso simile di guarigione nell’ospedale romano, eccellenza mondiale
In medicina si parla di chimerismo completo: il midollo del donatore si è sostituito del tutto a quello malato che non gli avrebbe consentito di sopravvivere Franco Locatelli
oncoematologo dell’ospedale Bambino Gesù
La solidarietà Migliaia di italiani si erano sottoposti ai test per cercare un profilo compatibile
Natale. «Credo che le mie emozioni — ha detto la madre — siano paragonabili a quelle di una mamma quando partorisce. Anche io in un certo senso l’ho fatto nascere una seconda volta e ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuto con una catena di solidarietà senza confini».
A febbraio del 2019 la foto di Alex mascherato da leoncino ha fatto il giro dei social. Il suo primo Carnevale gioioso. Ora la sua vita da piccolo malato è finita davvero. Presto lascerà l’appartamento dove ha vissuto in queste settimane, non lontano dall’ospedale. Una storia che renderà felici anche le decine di migliaia di italiani accorsi ai banchetti per dare il midollo al bambino con gli occhi blu. Atti di generosità comunque utili. Altri malati di leucemia o patologie rare potranno beneficiare di questo tesoro racchiuso nei nostri centri.