Corriere della Sera

Conflitto di interessi, passo di Di Maio «Ora lo facciamo e chi ci sta ci sta»

Il capo del Movimento apre un nuovo fronte che farà irritare FI (e il Carroccio)

- Giuseppe Alberto Falci

ROMA «Proporrò alla Lega, al Pd e a chiunque ci voglia stare, una nuova legge sul conflitto di interessi...». Se si tratta di una provocazio­ne elettorale non è dato sapere. Fatto sta che in queste ore in cui l’esecutivo vacilla il vicepremie­r Luigi Di Maio rispolvera un vecchio cavallo di battaglia per galvanizza­re la base. È un ritorno al grillismo d’antan che serve anche a mettere in ulteriore difficoltà il suo alleato di governo Matteo Salvini, colpito dall’inchiesta della Procura di Roma che vede indagato per corruzione il sottosegre­tario leghista Armando Siri.

La strategia comunicati­va cambia. «Sarà questo — fanno sapere dal Movimento — lo spin dei prossimi giorni». E Di Maio lo mette in pratica con una formula nella quale si rivolge anche al Pd evocando così sotto traccia l’ipotesi di quel secondo forno che potrebbe, forse, riaprirsi. In questo contesto al rientro della pausa pasquale il conflitto di interessi sarà in cima all’agenda e sarà rilanciato dal Guardasigi­lli Alfonso Bonafede. Non a caso quest’ultimo dall’inizio dell’esperienza dell’esecutivo ripete: «Il conflitto di interessi? È una battaglia fondamenta­le, si farà».

D’altro canto, già nel lontano 2007 Beppe Grillo scriveva un post che aveva come incipit: «Qui o si risolve il conflitto di interesse o continuere­mo a prenderlo in quel posto». Più chiaro di così. Si tratta dunque di un cambio di passo che viene confermato da un grillino della prima ora come il sottosegre­tario alla Difesa Angelo Tofalo. «Il conflitto di interessi — spiega — è presente nel contratto di governo siglato con la Lega. Ed è una battaglia che noi portiamo avanti dal primo giorno della nostra nascita. E già so che Alfonso Bonafede si sta impegnando per realizzare questa misura che è importante per noi ma soprattutt­o per il Paese».

Eppure qualche mese fa c’era già stata un’accelerazi­one simile da parte del M5S che finì sul nascere perché il vicepremie­r Salvini si mise di traverso. «Non è una mia priorità», tagliò corto il leader leghista. Ora, però, lo scenario è mutato. Lo scontro tra i due sembra essere a un punto di non ritorno. Ma l’elemento fondamenta­le che potrebbe accelerare il processo e fungere da catalizzat­ore è la campagna elettorale delle Europee. Nel corso della quale Di Maio e i suoi proveranno a recuperare il consenso dilapidato in questi mesi al governo. «Il conflitto di interesse vale almeno due punti percentual­i», confidano. Oltretutto, secondo un senatore del M5S, servirà a chiarire «con chi sta Salvini: dalla nostra parte o da quella di Berlusconi?». Già, perché il tema è sempre stato indigesto a Forza Italia.

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