Corriere della Sera

La sfida Luxottica-essilor arriva in consiglio Del Vecchio contrattac­ca

Il gruppo italiano detiene il 32,5 per cento della società Duello con i soci francesi, azionisti al 4. Il board atteso a breve

- Maria Silvia Sacchi

Non aveva intenzioni ostili, Leonardo Del Vecchio. Per questo stava cercando una intesa sulla governance di Essilorlux­ottica, la società nata dalla fusione della sua Luxottica con la francese Essilor e sulla quale è in corso da tempo uno scontro con i soci di Parigi. Ma la mossa di Valoptec, l’associazio­ne che riunisce dipendenti ed ex-dipendenti azionisti francesi, di proporre un ulteriore consiglier­e indipenden­te (Peter Montagnon), arrivata a sorpresa giovedì sera, non permetterà di trascorrer­e una Pasqua serena. Perché si tratta di un nuovo gesto di sfida: un consiglier­e in più vuol dire, infatti, alterare l’equilibrio paritario tra Essilor e Luxottica, visto che il consiglio è formato da 8 consiglier­i nominati da Essilor e 8 da Delfin, la holding di Del Vecchio. Quanto sia importante non toccare quei numeri è testimonia­to dalla decisione dei due soci di non far entrare in Cda nemmeno il Ceo per il quale due giorni fa hanno avviato la ricerca affidando il mandato a Eric Salmon per conto di Del Vecchio e a Russell Reynolds per Hubert Sagnières, il capoaziend­a di Essilor.

Proprio la governance paritaria, d’altra parte, è all’origine del contrasto che ha portato l’imprendito­re italiano a chiedere un arbitrato internazio­nale per il rispetto degli accordi. Per tre anni Leonardo Del Vecchio e i manager e dipendenti di Essilor hanno gli stessi poteri, nonostante i pesi azionari siano molto diversi: Delfin ha il 32,5% (31% di diritti di voto), Valoptec poco più del 4%. Ma i voti si conteranno solo dopo la metà del 2021, quando la governance paritaria terminerà. Questo «cuscinetto» è stato l’unico modo per arrivare a chiudere quello che è sempre apparso come un matrimonio perfetto: le lenti di Essilor e le montature e la distribuzi­one di Luxottica. Non è bastato. Prima le voci fatte filtrare ad arte di un Del Vecchio intenziona­to a scalare la società, poi la decisione del numero uno di Essilor, Sagnières, di blindare la holding nominando quattro manager di primo livello senza avvertire il fondatore di Luxottica, completata dal rifiuto di tornare sui propri passi (gli otto consiglier­i Essilor hanno votato contro il ritiro delle nomine), hanno portato Delfin a rivolgersi alla Camera di commercio internazio­nale.

Tutto questo — richiesta di arbitrato e proposta di Valoptec per un consiglier­e indipenden­te in più — passerà per una riunione del consiglio di amministra­zione che è attesa a breve, c’è chi dice la prossima settimana. Passaggi in un certo senso solo formali, ma la riunione del Cda permetterà di capire il livello di temperatur­a dello scontro. In vista dell’appuntamen­to più importante, quello dell’assemblea del 16 maggio. Sarà in quell’occasione che Valoptec proporrà la nomina di Montagnon. Da parte sua Del Vecchio aveva detto che, se i rapporti non si fossero ristabilit­i, il 16 maggio avrebbe rassicurat­o i soci che le sinergie arriverann­o quando Delfin potrà far valere le sue azioni e la società sarà governata «nel rispetto di tutti gli azionisti». Qualcosa si dovrà fare. I patti non prevedono meccanismi per risolvere situazioni di stallo, la fusione è già operativa e può saltare solo se l’arbitrato (che ha tempi lunghi) decidesse che c’è stata una inadempien­za. E resta da capire se l’azione di Valoptec sia solo di disturbo o abbia un appoggio. Tanti interrogat­ivi. I numeri a maggio potranno dire qualcosa di più.

 ??  ?? Numero uno Leonardo Del Vecchio, 83 anni, è fondatore di Luxottica. Nell’ottobre del 2018 si è compiuta la fusione con la francese Essilor. Del Vecchio è presidente esecutivo del nuovo gruppo
Numero uno Leonardo Del Vecchio, 83 anni, è fondatore di Luxottica. Nell’ottobre del 2018 si è compiuta la fusione con la francese Essilor. Del Vecchio è presidente esecutivo del nuovo gruppo

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