La lunga crisi di Mercatone Uno Ultima chiamata, ipotesi fondo
Anche l’acquirente chiede il concordato, tavolo al ministero il 30 maggio
I cimeli di Marco Pantani in vendita per pagare i debiti. Ci sono anche loro tra i beni rimasti impigliati nell’amministrazione straordinaria del 2015, quando la Mercatone Uno — storico sponsor del ciclista romagnolo alla fine degli anni 90 — ha decretato l’incapacità di andare avanti sotto la gestione del suo fondatore, Romolo Cenni, accusato con il socio Luigi Valentini di aver distratto diversi milioni in due veicoli lussemburghesi, vicenda ora oggetto di procedimento giudiziario.
Si tratta di due biciclette Bianchi, delle maglie Mercatone Uno indossate da Pantani e di una ventina di coppe che la Fondazione Luciano Pezzi aveva lasciato (in comodato d’uso) nel 2002 all’allora colosso dell’arredo casa. I cimeli sono ancora custoditi al primo piano del quartier generale di Imola, con l’idea di farne un museo digitale. Un patrimonio che per un cavillo giuridico è ancora nelle disponibilità dei commissari straordinari nominati dal governo per provare a valorizzare, ormai quattro anni fa, ciò che restava di un gruppo travolto dalla concorrenza di Ikea e Mondo Convenienza: la sua rete di punti vendita e i dipendenti in giro per l’italia.
Ad agosto scorso il marchio sembrava poter ripartire. Dopo due bandi di gara del ministero dello Sviluppo andati mila
I dipendenti di Mercatone Uno prima del commissariamento. La società è passata ora a Shernon Holding con il grosso di patrimonio e lavoratori deserti alla fine i tre commissari Vincenzo Tassinari, Stefano Coen ed Ermanno Sgaravato avevano trovato un acquirente: la Shernon Holding dell’imprenditore Valdero Rigoni. Nella newco è confluito il grosso degli asset di Mercatone Uno: 55 negozi, il magazzino, il quartier generale, il marchio e circa duemila dipendenti sui tremila complessivi. Prezzo: 25 milioni di euro, la metà versati subito, il resto da riconoscere via via alla gestione commissariale per rimborsare anche solo in parte i creditori. Sembrava potesse andare tutto per il verso giusto e invece Mercatone Uno si è trovata di nuovo nell’angolo.
Shernon ha fatto domanda di concordato in continuità al tribunale di Milano lo scorso 11 aprile per tutelarsi dalle richieste ingiuntive dei creditori che cominciavano di nuovo ad accumularsi. Il gruppo ha passività per 94 milioni. Rigoni sostiene di aver ereditato dai commissari un lascito di 18 mila ordini di mobili inevasi, in cui altrettanti clienti avevano già corrisposto un anticipo del 50% e aspettavano la consegna della merce per procedere al saldo delle fatture. Si tratterebbe di circa 9 milioni che Rigoni non sapeva di dover trovare quando ha preso in mano Mercatone Uno e che hanno finito per complicare la gestione dei flussi di cassa. Così, per preservare il patrimonio, ha deciso di fare domanda di concordato intavolando una trattativa con un fondo esperto di ristrutturazioni che sarebbe interessato a rilevare i cespiti immobiliari dell’azienda.
Nell’attesa i piccoli fornitori e i sindacati sono sul piede di guerra. I primi si trovano a dover affrontare un ulteriore stralcio dei crediti vantati e per questo agitano l’ipotesi della class action e una possibile conversione dei crediti in equity. I secondi attendono il nuovo tavolo al Mise del 30 maggio. Sperando di non vedere l’azienda di nuovo in amministrazione straordinaria. Le tappe Mercatone Uno è stata ceduta dai commissari straordinari alla Shernon Holding di Valdero Rigoni ad agosto 2018. L’11 aprile 2019 Shernon ha fatto domanda di concordato in continuità per difficoltà finanziarie