CRIMI E MISFATTI, L’IPOCRISIA DEL COCCODRILLO
Com’è noto, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria, Vito Crimi, da giorni va ripetendo che il governo non intende rinnovare la convenzione stipulata con Radio Radicale nel 1994, e da allora sempre rinnovata, per trasmettere le sedute del Parlamento in cambio di un finanziamento da 10 milioni di euro l’anno. È una forma di servizio pubblico: nulla di più, nulla di meno. Com’è noto, è morto Massimo Bordin, voce simbolo di Radio
La voce Il tweet «stonato» per la morte di Bordin, voce di Radio Radicale Radicale. Ogni mattina conduceva la rassegna stampa, per molti analisti un appuntamento imperdibile, fondamentale per capire la politica.
Ha scritto Giuliano Ferrara: «Bordin aveva il dono divino dell’equilibrio, una cosa rarissima ormai, apollinea, un tratto distintivo che ha fatto di lui molto più che un giornalista o un amico delle piccole ore del mattino». E Paolo Mieli: «Come tutte le persone colte e sensibili non faceva esibizioni della sua cultura».
Com’è noto, il sottosegretario Crimi, quello che vorrebbe azzoppare l’informazione, ha vergato un tweet di rara ipocrisia e d’imperdonabile stonatura: «Il giornalismo italiano perde uno fra i suoi più importanti protagonisti, un professionista serio e preparato». Voleva esprimere il suo cordoglio e non si è accorto di aver dato un’ultima pugnalata. È meno noto il soprannome con cui Bordin chiamava Vito Crimi: «Il gerarca minore».