Corriere della Sera

Finanziame­nti al Carroccio Ora rischia il processo il tesoriere Centemero

Fondi per l’eolico, i rapporti Siri-arata alla convention di Salvini

- Di Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Finanziame­nti alla Lega in cambio di favori sui provvedime­nti di legge. Agganci e contatti con la rete sovranista europea per garantirsi corsie preferenzi­ali negli affari collegati al settore dell’eolico, ma anche delle altre società del gruppo «Arata» e riconducib­ili all’imprendito­re palermitan­o inquisito per mafia Vito Nicastri. Si concentran­o anche su questo le verifiche della Procura di Roma che ha indagato per corruzione il sottosegre­tario Armando Siri con l’accusa di aver accettato 30 mila euro da Paolo Arata. Ma nuovi guai giudiziari potrebbero presto coinvolger­e il Carroccio. Perché la prossima settimana sarà chiuso il fascicolo sui finanziame­nti alla politica del costruttor­e Luca Parnasi. E a rischiare il processo per finanziame­nto illecito è il tesoriere Giulio Centemero. Accusato di aver preso 250 mila euro finiti sui conti della Fondazione «Più voci» e poi «girati» a Radio Padania.

Incontri e convegni

C’è una convention, organizzat­a nel 2017 a Piacenza, che fa ben comprender­e quanto stretti fossero i rapporti tra Paolo Arata e i vertici della Lega. Il 16 luglio di due anni fa uno dei protagonis­ti dell’evento «Facciamo squadra, costruiamo il futuro», è proprio l’imprendito­re che è stato anche parlamenta­re di Forza Italia. Viene chiamato come relatore, parla su un palchetto dove ci sono i simboli della campagna elettorale per «Salvini premier». Illustra una sorta di programma che prevede «un sistema diverso di produzione energetica». Perché, spiega, «noi vogliamo piccole e medie centrali con piccole linee. Idem per le rinnovabil­i. Poi bisogna portare avanti, insieme alle idee, anche i nostri uomini affinché le portino avanti».

Salvini approva e rilancia le proposte via Twitter con l’hashtag #Arata. In platea ci sono i big del partito, compreso Giancarlo Giorgetti, che poi — si è scoperto due giorni fa — una volta approdato a Palazzo Chigi da sottosegre­tario alla presidenza, chiamerà come consulente il figlio di Arata, Federico. Il suo contratto è già stato registrato dalla Corte dei conti.

I viaggi all’estero

Il ragazzo, che ha 33 anni, vanta un curriculum prestigios­o come economista ed esperto di relazioni internazio­nali.

È stato lui a mettere in contatto Salvini con Steve Bannon, l’ideologo sovranista che ha curato la campagna elettorale di Donald Trump, ha accompagna­to il leader leghista negli Stati Uniti e recentemen­te si sarebbe occupato di organizzar­e la trasferta di Giorgetti a Washington. Con i leader leghisti ha frequentaz­ioni costanti, sarebbe stato proprio lui ad agevolare i contatti in Vaticano compresi quelli con il cardinale Raymond Burke. Nei mesi scorsi ha «scortato» Siri a Londra, e adesso l’incarico affidato dal procurator­e aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Mario Palazzi agli investigat­ori della Dia è di ricostruir­e lo scopo di queste missioni, i contatti esteri ed eventuali trasferime­nti di denaro.

La ricostruzi­one dei flussi finanziari è certamente una delle priorità dell’indagine che ha già fatto emergere l’esistenza di altre dazioni che dovranno essere adesso verificate. Soldi usciti dalle casse del gruppo «Arata» di cui l’imprendito­re Paolo parla con l’altro figlio Francesco, indagato nel filone dell’inchiesta palermitan­a. E non fa mistero del fatto che il denaro servisse ad ottenere provvedime­nti legislativ­i favorevoli. A Siri avevano chiesto una deroga per la concession­e degli incentivi, ma prima i responsabi­li del gabinetto di Luigi Di Maio al ministero per lo Sviluppo economico, poi il ministro 5Stelle Riccardo Fraccaro, hanno bloccato i suoi emendament­i.

I soldi al tesoriere

Il «sistema» di pagare la politica per ottenere appalti e lavori era stato usato pure da Parnasi. Nel suo interrogat­orio dello scorso anno il costruttor­e ammette di aver versato 250 mila euro nel 2015 alla fondazione gestita da Centemero che «servivano a finanziare la Lega», proprio come aveva fatto con il Pd attraverso la «Eyu» di Francesco Bonifazi. Le indagini affidate ai carabinier­i hanno dimostrato che i soldi sono finiti poi all’emittente radiofonic­a del Carroccio ma senza che il pagamento fosse registrato, anzi attraverso fatture che si sono rivelate contraffat­te. Centemero è stato indagato e ha assicurato che «la procedura è stata regolare».

Una tesi che non sembra aver convinto i magistrati. La prossima settimana l’inchiesta sarà chiusa e per Centemero — così come per Bonifazi — sembra scontato che si andrà alla richiesta di rinvio a giudizio per finanziame­nto illecito.

I nuovi guai

La prossima settimana sarà chiuso il fascicolo sui fondi alla politica del costruttor­e Parnasi

I viaggi all’estero

I pm vogliono capire lo scopo dei viaggi all’estero del figlio dell’imprendito­re

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16 luglio 2017 Due vecchi tweet di Matteo Salvini in cui il leader della Lega citava Paolo Arata

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