Archi e portici di Pienza La Città Ideale creata da papa Pio II
Ritrovarsi in piazza Pio II, nel cuore della Pienza creata da quel Papa, significa riconoscersi immediatamente nelle trasparenti ragioni che spinsero l’unesco nel 1996 a inserire quella Città Ideale nella lista del Patrimonio dell’umanità: «È la prima applicazione della concezione umanistico rinascimentale dell’urbanistica, è un capolavoro del genio creativo umano». La storia è nota. Enea Silvio Piccolomini, nato nel 1405 nella piccola Corsignano, grande umanista amico di Poggio Bracciolini e Francesco Filelfo, grecista e latinista, raffinato diplomatico e ottimo storico e scrittore, diventò Papa nel 1458. Volle lasciare un segno di sé e della propria profonda e multiforme cultura
facendo di Corsignano la «sua» Asciano
Pienza. Si affidò al Rossellino e in appena tre anni, dal 1459 al 1462, il sogno si concretizzò: un equilibrio assoluto di volumi, di prospettive, Pienza di dialogo tra i materiali e i loro
colori, un miracolo costruito nel centro di un altro miracolo, quello naturale, la Val d’orcia, la gloria del Senese. Il Duomo, con la severa facciata che parla la lingua di Leon Battista Alberti. Palazzo Piccolomini, uno dei primi grandi esempi di architettura rinascimentale, che cita il Palazzo Rucellai di Firenze (riecco Alberti...) ma imponendo un proprio stile: il giardino interno è un inno al dialogo tra la natura spontanea e l’opera dell’uomo (cioè il concetto di Paesaggio italiano). Il severo palazzo vescovile, regalato da Pio II al cardinale Borgia, suo stretto collaboratore, il futuro Alessandro VI. Il Palazzo Comunale, con il portico a tre archi e la facciata interamente in travertino. Piazza Pio II è insomma una Idea fatta pietra, spazio urbanistico, disegno della città al servizio dell’uomo. Un manifesto di quella Bellezza che migliora chi l’ammira.