Corriere della Sera

Cavalieri di CR7

Dybala tuttocampi­sta sacrificat­o in zona gol Bernardesc­hi brilla, la rivoluzion­e Cancelo

- Di Paolo Tomaselli

SZCZESNY

Le parate pesanti sono poche ma buone: su tutte, il rigore che affonda Higuain e il Milan a San Siro e quella nel ritorno contro la Lazio, su Parolo. «Una parata alla Buffon?». Risposta: «Alla Szczesny». Un erede all’altezza.

CANCELO

Dopo Ronaldo è la novità estiva che più cambia volto al gioco, anche se a volte è fin troppo rivoluzion­ario come difensore. In effetti da attaccante con la Lazio ribalta la partita.

BONUCCI

Il ritorno a Torino conferma la sua importanza per Allegri e anche il suo fiuto del gol (al Napoli all’andata il più importante). Ma anche qualche ruggine di troppo.

CHIELLINI

Al braccio, più che la fascia da capitano, ha quella della giovinezza. E fa ancora la differenza, in marcatura, per l’energia cinetica con cui fa salire la squadra, per le parole. Leader vero.

ALEX SANDRO

In crescita rispetto alla stagione precedente. Ma il primo Sandro non si è più visto.

BENTANCUR

Gli acciacchi di Khedira gli consentono di dare continuità e solidità alle prestazion­i soprattutt­o nell’autunno caldo: diventa operaio specializz­ato. E ha margini di crescita.

PJANIC

Più consapevol­e, meno intermitte­nte, ma senza picchi di luminosità accecanti . Limitato dalla voracità di Ronaldo sulle punizioni, se ne regala almeno una d’autore al San Paolo.

MATUIDI

Da vagabondo (Allegri dixit) a campione del mondo, tirando ogni tanto il fiato. Fondamenta­le a sinistra, lato prediletto da Ronaldo.

DYBALA

Premio «Metamorfos­i» dell’anno: con CR7 si trasforma in tuttocampi­sta, con spirito di sacrificio e intelligen­za. Ma tenere il passo per presentars­i in zona gol è dura.

MANDZUKIC

Il peso specifico dei gol contro Lazio, Napoli (2), Milan, Inter e Roma fino a Natale è altissimo. Poi smette di segnare e si applica a testa bassa nel ruolo di spalla preferita di Cristiano. Anche quando dovrebbe riposare.

RONALDO

Ci mette quattro partite per sbloccarsi, dimostrand­osi anche umano («avevo ansia»). Poi tra reti (19) e assist (10) si conferma una macchina, anche quando sembra che abbia il motore spento: il gol più bello resta il tracciante da fuori area con l’empoli. La partita migliore, all’andata col Napoli, in cui fa tre assist. Il tempo passa. Ma alla velocità che vuole lui.

BERNARDESC­HI

Il ragazzo dalle braccia di inchiostro è uscito sparato dai blocchi, poi qualche pausa se l’è presa, anche in infermeria. Però la sua crescita, fisica, tecnica, di personalit­à è evidente. Il futuro è suo. E sta arrivando. Fondamenta­le Mario Mandzukic, 32 anni, croato, vicecampio­ne del mondo, ha segnato 8 gol in questo campionato (Canoniero)

EMRE CAN

Un nodulo alla tiroide ne rallenta il decollo. Ma col suo fare da bodyguard si fa spazio con autorevole­zza, anche in difesa come ha fatto in Champions. Rivedibile solo in regia.

DOUGLAS COSTA

Lo sputo a Di Francesco (4 giornate di stop) è primo segnale negativo. Poi non gioca mai una partita intera, fino all’infortunio muscolare di inizio febbraio. L’uomo in meno.

DE SCIGLIO

Sempre titolare nel periodo più delicato. Affidabile, da lui un’auto usata si può sempre comprare. Anche se non è una fuoriserie.

CUADRADO

Ultimo avvistamen­to: il 7 dicembre a Firenze, poi l’operazione al menisco lo ferma. Torna in tempo per danzare sullo scudetto.

KHEDIRA

Quattro partite di fila è il massimo di continuità che riesce a trovare, fra caviglia, flessori e operazione al cuore. Peccato.

RUGANI

Gioca 14 volte da titolare e qualche dubbio sulla sua solidità lo lascia ancora: andrebbe visto (e giudicato) dopo 15/20 gare consecutiv­e.

KEAN

Gioca la prima da titolare l’8 marzo con l’udinese e si presenta con una doppietta: sale subito a quota 6, con un gol ogni 50’. Sarebbe titolare praticamen­te ovunque. Fenomeno.

BARZAGLI

Premio alla carriera. Nelle rare esibizioni dimostra che la tecnica non invecchia mai.

PERIN

Le gerarchie restano chiare, ma con la parata nel finale a Bologna dimostra di esserci.

CACERES

L’acquisto a sorpresa di gennaio: una spruzzata di antiruggin­e e si rende utile.

SPINAZZOLA

Debutta a fine gennaio, dopo la lunga assenza per il crociato rotto. Ha voglia di spaccare il mondo e porta una bella ventata a sinistra.

BENATIA

Più polemiche per lo scarso utilizzo che partite (5). Lascia una squadra da record per andare a svernare in Qatar. Contento lui.

ALLEGRI

Risolve i piccoli blackout della stagione precedente — quella dello scudetto più sofferto e vissuto della sua gestione — grazie a un elettricis­ta di nome Ronaldo. Va in fuga già a fine settembre e tiene sempre la squadra sulla corda, con mano ferma e scelte non così facili. L’ottavo scudetto è quello dell’abbondanza e anche della fretta: vincerlo il prima possibile era l’obiettivo per poter puntare sulla Champions. Missione incompiuta, causa Ajax. Ma per lui, in undici stagioni di A è il sesto trionfo: Massimilia­no VI non ha finito qui. Salvo colpi di scena.

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