Corriere della Sera

Ma alla fine non vince nessuno

Un punto che fa bene ai nerazzurri e che tiene in corsa Champions i gialloross­i

- Luca Valdiserri

MILANO Visti i risultati del pomeriggio, il pareggio era prevedibil­e ma non è stata una partita da «meglio due feriti che un morto». Inter e Roma, in modi diversi e un tempo per una, hanno provato a vincerla, giocando a buon ritmo. Meglio i gialloross­i nel primo tempo, arrembante l’inter nella ripresa. Il risultato è giusto e anche se va meglio ai nerazzurri — ormai a un passo dalla qualificaz­ione Champions — lascia in corsa anche la Roma, che era attesa dal turno più difficile tra le pretendent­i. Napoli-atalanta, domani sera, completerà la classifica ma qualcosa è già chiaro: l’inter è quasi terza e c’è un mischione per il quarto posto. Il campionato è morto, evviva il campionato.

Si comincia senza due pezzi grossi: Icardi e Zaniolo vanno in panchina. La scelta di Spalletti era attesa, dopo tutto quello che è successo. L’argentino ha ormai spaccato in due San Siro: gli ultrà contro gli altri. Insulti e fischi per il centravant­i dalla Curva, con il resto dello stadio che contesta i contestato­ri. Difficile, se non impossibil­e, gestire a lungo una situazione così.

Più sorprenden­te la decisione di Ranieri, che resta l’allenatore che, nell’intervallo di un derby, sotto 0-1, sostituì Totti e De Rossi per poi vincere 2-1. Non è una scelta, invece, ma l’ennesimo infortunio il k.o. di Manolas nel riscaldame­nto. La Roma parte meglio e sfiora il gol con Dzeko e Kolarov, l’inter risponde con un colpo di testa di Lautaro che Mirante smanaccia sul palo. La palla alta a cercare il mismatch con Florenzi, terzino con pochi centimetri, è lo schema cercato per tutta la gara. Al 14’ la Roma passa in vantaggio con il decimo gol di El Shaarawy in campionato. Azione tipica del Faraone, che rientra sul destro e fa partire un tiro a giro dal limite dell’area. Ingenuo D’ambrosio a concedere all’avversario il piede preferito.

La Roma rimane fedele al credo di Ranieri: nessun rischio nella costruzion­e del gioco dal «basso» ma palla lunga per Dzeko, che gioca un bel primo tempo. In fase difensiva i gialloross­i arretrano di qualche metro Nzonzi, che limita Nainggolan nella zona pericolosa, e si schierano con un 4-1-4-1. L’inter propone sempre il 4-2-3-1, con tre interpreti diversi nel ruolo in 90’ (Nainggolan, Lautaro e Joao Mario). Nel finale di tempo l’assistente Valeriani salva Guida da un grave errore, segnalando­gli un fallo di Borja Valero su El Shaarawy mentre l’arbitro aveva fischiato rigore per un successivo intervento di Kolarov su Vecino.

La forza dell’inter ribalta la ripresa, anche se Ranieri prova ad aumentare chili e centimetri con Zaniolo per Under. Entra Icardi e San Siro si divide tra guelfi e ghibellini. L’argentino non fa gran che, ma porta fisicità. Florenzi prova a chiudere Maurito, su cross di D’ambrosio, e proprio Zaniolo non scala a coprire Perisic, che pareggia di testa. L’inter va vicina al colpo del k.o. con Lautaro, ma trema a tempo scaduto quando Kolarov costringe Handanovic alla parata che salva l’1-1. Giusto così.

Icardi divide

Icardi parte dalla panchina, quando entra lo stadio si divide tra fischi e applausi

Spalletti La fase difensiva è un problema, il risultato va bene

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