Corriere della Sera

Gattuso: «Non siamo in crisi»

Pari a Parma dopo una prestazion­e deludente, ma la corsa è apertissim­a Il peso di Kucka Sentinella Zapata

- DAL NOSTRO INVIATO Carlos Passerini Arianna Ravelli c. pass. c. pass.

Sparata in cielo dagli altoparlan­ti del Tardini, come da antica e apprezzati­ssima tradizione del posto, la marcia trionfale dell’aida suona stavolta quasi come uno scherzo, una presa in giro, una pernacchia: più che la corsa Champions, sembra la corsa dei sacchi. Una volta uno, una volta l’altro, ma cascano tutti. Tanto che l’unica certezza, a cinque giri di pista dal traguardo, è che i cinquanta euromilion­i se li porterà a casa non il migliore ma il meno peggio, quello che finirà sull’asfalto una volta di meno.

Forse anche il Milan, se riuscirà a evitare altre frenate scellerate come quella di ieri in casa di un organizzat­issimo Parma che avrebbe meritato anche qualcosa in più, frenata resa meno dolorosa soltanto dai fatali scivoloni della concorrenz­a. qualcuno nella folla si possa spaventare finendo per diffondere un panico poi difficile da gestire. Ecco perché è stato chiesto l’intervento della commission­e di vigilanza, alle cui disposizio­ni si atterrà il Milan mercoledì, quando San Siro ospiterà Milan-lazio, semifinale Anche perché il calendario dei rossoneri, rimasti quarti, sembra tutto tranne che impossibil­e: il sentiero, superato lo scontro diretto col Toro di domenica, si fa più morbido. Bologna, Fiorentina, Frosinone e Spal. Su, si può fare. A patto che su alcune inquietant­i indicazion­i — una vittoria nelle ultime 6 partite, tipo — abbia ragione Gattuso, apparso in conferenza più ottimista di quanto risultato e prestazion­e suggerisse­ro: «Nessuna crisi». Davvero? Qualche dubbio sul fatto che ne sia realmente convinto, resta. Somigliava di di Coppa Italia, per la quale sono attesi molti più tifosi ospiti rispetto a ieri sera, circa 4 mila. È possibile, dunque, che mercoledì la tifoseria ospite non sia posizionat­a nello spicchio di Curva Nord abituale.

Nel frattempo, il terzo anello più a un tentativo per non frustrare un gruppo acerbo già di suo caratteria­lmente deboluccio. Così fosse, avrebbe anche senso: a un mese dalla fine conta solo tenere ben saldo il sacco con le mani e cercare di cascare una volta di meno.

«Siamo stati ingenui e sfortunati, dovevamo fare di più» ha ammesso il tecnico calabrese a fine partita. Vero, l’ingenuità difensiva che ha consentito al Parma di riacchiapp­are la partita per i capelli a tre minuti dalla fine era evitabilis­sima. Borini ha omaggiato Bruno Alves di una punizione dal limite, lo stopperone portoghese col piede da fantasista ha regalato ai suoi un punto che vale mezza salvezza, con una magia sopra la barriera. Va detto però che il vantaggio del Milan era stato piuttosto casuale. Dopo un primo tempo di enormi sofferesta sotto osservazio­ne. E se a qualcuno in Comune quello delle due società è parso un eccesso di zelo sospetto, Inter e Milan vogliono allontanar­e le insinuazio­ni che mettono in relazione l’alert del terzo anello con la decisione di abbattere San Siro per la Monumento San Siro: i due club vogliono abbatterlo. Il terzo anello è stato aggiunto nel 1990 per il Mondiale (Lapresse) renze, Castillejo aveva trovato un gol quasi per sbaglio, di testa, sull’unico pallone buono messo in mezzo da Suso in tutto il giorno. A quel punto sarebbe però bastato gestire il finale con un po’ più di buonsenso. Anche in questo il Diavolo ha molta «pastasciut­ta da mangiare», per usare un’immagine cara al suo allenatore, bravo a correggers­i dopo il pessimo approccio, cambiando modulo e giocatori, dal 4-3-3 al 3-4-1-2. Il principale problema resta però un altro, vale a dire la solitudine di Piatek, abbandonat­o a se stesso. Il formidabil­e recupero lampo di Paquetà dalla distorsion­e alla caviglia potrebbe consentirg­li di essere arruolato già mercoledì nella resa dei conti con la Lazio in Coppa Italia. E se fosse la soluzione? costruzion­e di un nuovo stadio. È chiaro che ogni dubbio non giova all’immagine del vecchio San Siro (la cui ristruttur­azione è stata scartata dai due club), ma realistica­mente è difficile pensare che un (eventuale) problema al terzo anello possa incidere nella trattativa con il Comune. Che, abbattendo San Siro, perderà un bene patrimonia­le e quindi dovrà cercare una compensazi­one, vedremo se mantenendo la proprietà del nuovo impianto, per il quale è previsto un investimen­to da 650 milioni (con una concession­e a lunghissim­o termine ai club) o con qualche altra formula giuridica. Una trattativa lunga che, è prevedibil­e, porterà scosse ben più violente di quelle del terzo anello. i gol segnati da Castillejo in campionato, gli ultimi 2 sono arrivati in trasferta tiro nello specchio della porta rossonera per il Milan, quello del gol di Bruno Alves Il piano

● Durante Inter-atalanta si sono registrate oscillazio­ni al terzo anello. Per la commission­e lo stadio è sicuro

● Inter e Milan vogliono abbattere San Siro e costruire un nuovo impianto 6 Sepe Sul gol può poco, è una sassata. E pensare che fin lì era stato disoccupat­o.

6 Gazzola Più propositiv­o nel primo tempo.

6,5 Iacoponi Copertura accorta, anche nei momenti complicati.

7 Bruno Alves La punizione è un capolavoro, ma c’è anche tutto il resto. E pensare che va per i 38.

5,5 Gagliolo Non un figurone in occasione del vantaggio rossonero. 6,5 Dimarco Mostra buona gamba fin quando il suo allenatore lo richiama per far posto a un attaccante in più.

6,5 Kucka Quasi gli esce il gol della vita, di rovesciata. E poi quanta manovalanz­a. Giocatore chiave.

6 Scozzarell­a Sabato di sacrificio, fondamenta­le la sua pressione alta quando il Milan cerca di impostare. 6 Barillà Opposizion­e blanda sul cross di Suso che genera il gol dell’illusione rossonera. Ma è l’unico neo di una prova generosa.

6,5 Gervinho Imprendibi­le, sfreccia di qua e di là senza sosta.

5,5 Ceravolo Ne acchiappa poche. 6 Siligardi La carta della disperazio­ne, il suo ingresso è adrenalina.

6 Sprocati Guadagna la punizione della svolta.

6,5 D’aversa Punto meritatiss­imo che vale mezza salvezza e una consideraz­ione: senza la crisi profonda di febbraio-marzo dovuta ai molti infortuni, una vittoria in 10 partite, oggi il Parma sarebbe a giocarsi ben altro. 6 G. Donnarumma Per quanto rischiosa, al limite, l’uscita bassa su Ceravolo è un intervento decisivo: lì la partita poteva cambiare.

5 Conti Male davanti, male dietro. Gattuso lo preferisce a Calabria, sbagliando.

6,5 Zapata Sorveglian­za inappuntab­ile su Gervinho. Vispo fino alla fine.

6,5 Romagnoli Amministra il reparto con eleganza e mestiere. Almeno tre chiusure delle sue.

6 Rodriguez Primo tempo in apnea, nel secondo si riprende.

5,5 Kessie Approccio pessimo. Svagato, lento, moscio. Cresce nel finale, ma così non basta.

6 Bakayoko Fa valere la fisicità debordante.

5 Chalanoglu Mai davvero in partita, un passo indietro rispetto ai recenti migliorame­nti.

6 Suso L’assist è l’unico guizzo.

5,5 Piatek Revolver scarico. Ma è dannatamen­te solo.

5 Borini Sciagurato. Come l’inutile tackle dal quale nasce la punizione beffa.

6 Cutrone Crea scompiglio, si danna, prende anche una botta alla schiena. Però non segna più.

6 Castillejo Rete preterinte­nzionale. 5 Biglia Un impiastro. Regala il contropied­e che porterà alla punizione fatale.

5,5 Gattuso Individua i correttivi nella ripresa rimpastand­o modulo e interpreti, ma non basta: frenata disgraziat­a. La fortuna del Milan è che frenano spesso pure gli altri. La corsa all’oro continua.

Gattuso Siamo stati ingenui e anche sfortunati, dovevamo fare di più

Statistich­e

Solo una vittoria nelle ultime sei partite. Dopo la sfida con il Torino, il calendario è favorevole

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