Gattuso: «Non siamo in crisi»
Pari a Parma dopo una prestazione deludente, ma la corsa è apertissima Il peso di Kucka Sentinella Zapata
Sparata in cielo dagli altoparlanti del Tardini, come da antica e apprezzatissima tradizione del posto, la marcia trionfale dell’aida suona stavolta quasi come uno scherzo, una presa in giro, una pernacchia: più che la corsa Champions, sembra la corsa dei sacchi. Una volta uno, una volta l’altro, ma cascano tutti. Tanto che l’unica certezza, a cinque giri di pista dal traguardo, è che i cinquanta euromilioni se li porterà a casa non il migliore ma il meno peggio, quello che finirà sull’asfalto una volta di meno.
Forse anche il Milan, se riuscirà a evitare altre frenate scellerate come quella di ieri in casa di un organizzatissimo Parma che avrebbe meritato anche qualcosa in più, frenata resa meno dolorosa soltanto dai fatali scivoloni della concorrenza. qualcuno nella folla si possa spaventare finendo per diffondere un panico poi difficile da gestire. Ecco perché è stato chiesto l’intervento della commissione di vigilanza, alle cui disposizioni si atterrà il Milan mercoledì, quando San Siro ospiterà Milan-lazio, semifinale Anche perché il calendario dei rossoneri, rimasti quarti, sembra tutto tranne che impossibile: il sentiero, superato lo scontro diretto col Toro di domenica, si fa più morbido. Bologna, Fiorentina, Frosinone e Spal. Su, si può fare. A patto che su alcune inquietanti indicazioni — una vittoria nelle ultime 6 partite, tipo — abbia ragione Gattuso, apparso in conferenza più ottimista di quanto risultato e prestazione suggerissero: «Nessuna crisi». Davvero? Qualche dubbio sul fatto che ne sia realmente convinto, resta. Somigliava di di Coppa Italia, per la quale sono attesi molti più tifosi ospiti rispetto a ieri sera, circa 4 mila. È possibile, dunque, che mercoledì la tifoseria ospite non sia posizionata nello spicchio di Curva Nord abituale.
Nel frattempo, il terzo anello più a un tentativo per non frustrare un gruppo acerbo già di suo caratterialmente deboluccio. Così fosse, avrebbe anche senso: a un mese dalla fine conta solo tenere ben saldo il sacco con le mani e cercare di cascare una volta di meno.
«Siamo stati ingenui e sfortunati, dovevamo fare di più» ha ammesso il tecnico calabrese a fine partita. Vero, l’ingenuità difensiva che ha consentito al Parma di riacchiappare la partita per i capelli a tre minuti dalla fine era evitabilissima. Borini ha omaggiato Bruno Alves di una punizione dal limite, lo stopperone portoghese col piede da fantasista ha regalato ai suoi un punto che vale mezza salvezza, con una magia sopra la barriera. Va detto però che il vantaggio del Milan era stato piuttosto casuale. Dopo un primo tempo di enormi sofferesta sotto osservazione. E se a qualcuno in Comune quello delle due società è parso un eccesso di zelo sospetto, Inter e Milan vogliono allontanare le insinuazioni che mettono in relazione l’alert del terzo anello con la decisione di abbattere San Siro per la Monumento San Siro: i due club vogliono abbatterlo. Il terzo anello è stato aggiunto nel 1990 per il Mondiale (Lapresse) renze, Castillejo aveva trovato un gol quasi per sbaglio, di testa, sull’unico pallone buono messo in mezzo da Suso in tutto il giorno. A quel punto sarebbe però bastato gestire il finale con un po’ più di buonsenso. Anche in questo il Diavolo ha molta «pastasciutta da mangiare», per usare un’immagine cara al suo allenatore, bravo a correggersi dopo il pessimo approccio, cambiando modulo e giocatori, dal 4-3-3 al 3-4-1-2. Il principale problema resta però un altro, vale a dire la solitudine di Piatek, abbandonato a se stesso. Il formidabile recupero lampo di Paquetà dalla distorsione alla caviglia potrebbe consentirgli di essere arruolato già mercoledì nella resa dei conti con la Lazio in Coppa Italia. E se fosse la soluzione? costruzione di un nuovo stadio. È chiaro che ogni dubbio non giova all’immagine del vecchio San Siro (la cui ristrutturazione è stata scartata dai due club), ma realisticamente è difficile pensare che un (eventuale) problema al terzo anello possa incidere nella trattativa con il Comune. Che, abbattendo San Siro, perderà un bene patrimoniale e quindi dovrà cercare una compensazione, vedremo se mantenendo la proprietà del nuovo impianto, per il quale è previsto un investimento da 650 milioni (con una concessione a lunghissimo termine ai club) o con qualche altra formula giuridica. Una trattativa lunga che, è prevedibile, porterà scosse ben più violente di quelle del terzo anello. i gol segnati da Castillejo in campionato, gli ultimi 2 sono arrivati in trasferta tiro nello specchio della porta rossonera per il Milan, quello del gol di Bruno Alves Il piano
● Durante Inter-atalanta si sono registrate oscillazioni al terzo anello. Per la commissione lo stadio è sicuro
● Inter e Milan vogliono abbattere San Siro e costruire un nuovo impianto 6 Sepe Sul gol può poco, è una sassata. E pensare che fin lì era stato disoccupato.
6 Gazzola Più propositivo nel primo tempo.
6,5 Iacoponi Copertura accorta, anche nei momenti complicati.
7 Bruno Alves La punizione è un capolavoro, ma c’è anche tutto il resto. E pensare che va per i 38.
5,5 Gagliolo Non un figurone in occasione del vantaggio rossonero. 6,5 Dimarco Mostra buona gamba fin quando il suo allenatore lo richiama per far posto a un attaccante in più.
6,5 Kucka Quasi gli esce il gol della vita, di rovesciata. E poi quanta manovalanza. Giocatore chiave.
6 Scozzarella Sabato di sacrificio, fondamentale la sua pressione alta quando il Milan cerca di impostare. 6 Barillà Opposizione blanda sul cross di Suso che genera il gol dell’illusione rossonera. Ma è l’unico neo di una prova generosa.
6,5 Gervinho Imprendibile, sfreccia di qua e di là senza sosta.
5,5 Ceravolo Ne acchiappa poche. 6 Siligardi La carta della disperazione, il suo ingresso è adrenalina.
6 Sprocati Guadagna la punizione della svolta.
6,5 D’aversa Punto meritatissimo che vale mezza salvezza e una considerazione: senza la crisi profonda di febbraio-marzo dovuta ai molti infortuni, una vittoria in 10 partite, oggi il Parma sarebbe a giocarsi ben altro. 6 G. Donnarumma Per quanto rischiosa, al limite, l’uscita bassa su Ceravolo è un intervento decisivo: lì la partita poteva cambiare.
5 Conti Male davanti, male dietro. Gattuso lo preferisce a Calabria, sbagliando.
6,5 Zapata Sorveglianza inappuntabile su Gervinho. Vispo fino alla fine.
6,5 Romagnoli Amministra il reparto con eleganza e mestiere. Almeno tre chiusure delle sue.
6 Rodriguez Primo tempo in apnea, nel secondo si riprende.
5,5 Kessie Approccio pessimo. Svagato, lento, moscio. Cresce nel finale, ma così non basta.
6 Bakayoko Fa valere la fisicità debordante.
5 Chalanoglu Mai davvero in partita, un passo indietro rispetto ai recenti miglioramenti.
6 Suso L’assist è l’unico guizzo.
5,5 Piatek Revolver scarico. Ma è dannatamente solo.
5 Borini Sciagurato. Come l’inutile tackle dal quale nasce la punizione beffa.
6 Cutrone Crea scompiglio, si danna, prende anche una botta alla schiena. Però non segna più.
6 Castillejo Rete preterintenzionale. 5 Biglia Un impiastro. Regala il contropiede che porterà alla punizione fatale.
5,5 Gattuso Individua i correttivi nella ripresa rimpastando modulo e interpreti, ma non basta: frenata disgraziata. La fortuna del Milan è che frenano spesso pure gli altri. La corsa all’oro continua.
Gattuso Siamo stati ingenui e anche sfortunati, dovevamo fare di più
Statistiche
Solo una vittoria nelle ultime sei partite. Dopo la sfida con il Torino, il calendario è favorevole