Riparte da Genova Prandelli rischia grosso

I granata sognano, Cairo: «Adesso cinque finali»

Gli spartiti di Händel. E gli spalti mezzi vuoti. Il silenzio e l’inno dell’incoronazione. La musica del Toro e i vuoti del Genoa. I tamburi dei tifosi arrivati da Torino, che lanciano Zadok the Priest di Händel. Nulla di preoccupante, è solo la «musichetta» della Champions. Genoa-torino diventerà una partita fatta di suoni, di vuoti e pieni. Finisce 1-0 per gli ospiti, decide un gol di Cristian Ansaldi, dopo 13 minuti della ripresa.

Così la squadra di Walter Mazzarri raggiunge il sesto posto in classifica, supera la Lazio, aspetta che si giochi Napoli-atalanta, domani alle 19. E ora Mazzarri può finalmente dire: «Siamo la rivelazione del campionato. Mancano cinque partite alla fine e siamo in gioco, non so dire per cosa, ma ci siamo».

La storia della musica va raccontata. Inizia quando Genoa-torino è finita da una manciata di minuti e Mazzarri si collega con gli studi di Sky. Gli fanno sentire la musichetta. «Il giornalista scherza, Bonan è un bischero», dirà poi l’allenatore. Ma intanto il «bischero» dice a Mazzarri che «il popolo granata vuole la Champions». Il tecnico sta al gioco: «E noi gliela daremo». È una battuta, ma anche un segnale del motivato ottimismo del Toro.

La sintesi di quanto accaduto nel sabato di Pasqua la fa Urbano Cairo, presidente granata. Che esulta al gol di Ansaldi, applaude alla bellissima parata di Sirigu sul colpo di testa di Kouamé, si rammarica quando Parigini solo davanti a Radu si fa respingere il rasoterra dal portiere genoano. Alla fine Cairo ricorda: «Questo è un successo molto importante, ottenuto con grinta. Non era facile vincere contro il Genoa, loro avevano un grande bisogno di Sicurezza Uscita alta di Salvatore Sirigu, imbattuto anche ieri a Genova (Lapresse)